Uccise ladro, archiviata l'accusa di omicidio: "E ridategli la pistola"
Francesco Sicignano nell'ottobre del 2015 a Vaprio d'Adda sparò ed uccise un uomo di origine albanese che era entrato in casa sua
Ladro ucciso a Vaprio d'Adda, cadute le accuse contro Francesco Sicignano
Francesco Sicignano nell'ottobre del 2015 sparò ed uccise un uomo di origine albanese che era entrato in casa sua.
Ladro ucciso a Vaprio d'Adda, archiviata l'accusa di omicidio
Il gip di Milano Teresa De Pascale, accogliendo la richiesta della Procura, ha archiviato l'indagine con l'ipotesi di reato di omicidio volontario a carico di Francesco Sicignano, il pensionato che nell'ottobre del 2015 sparo' e uccise un ladro albanese che era entrato nella sua abitazione a Vaprio d'Adda, nel Milanese.
Per il giudice, cosi' come per i pm, quella di Sicignano fu legittima difesa. I familiari della giovane vittima si erano opposti alla richiesta di archiviazione, avanzata dai pm a fine maggio 2016, chiedendo al gip di disporre nuovi approfondimenti.
Il gip: "Ridare la pistola a Sicignano"
Col provvedimento di archiviazione relativo all'accusa di omicidio volontario, il gip di Milano Teresa De Pascale dispone anche la restituzione a Francesco Sicignano della pistola con la quale uccise il ladro albanese entrato nella sua abitazione. Il gip ordina "il dissequestro e la restituzione a Sicignano della pistola Revolver cal. 38 SP, dei proiettili e della relativa denuncia con trasmissione degli atti alla competente autorita' amministrativa per la previa verifica della sussistenza e/o permanenza dei requisiti per la regolare detenzione delle armi e delle munizioni indicate". L'arma era stata sequestrata il 20 ottobre 2015, quando il pensionato sparo' e uccise un ladro albanese di 22 anni, Gjergi Gjonj, che era entrato nella sua abitazione a Vaprio d'Adda, nel Milanese. Il giudice, accogliendo la richiesta delle Procura, ha stabilito che Sicignano uccise Gjonj per legittima difesa.
A opporsi alla richiesta di archiviazione, presentata a fine maggio del 2016 dai pm Alberto Nobili e Antonio Pastore, erano stati i familiari del giovane albanese, rappresentati dal legale Teodor Nasi, e un'udienza davanti al gip si era tenuta nelle scorse settimane. Per il legale dei genitori dell'albanese sarebbero servite nuove indagini e approfondimenti sull'ipotesi che l'uomo potesse aver sparato dall'alto mentre l'albanese era ancora sulle scale esterne della villetta e non ancora dentro, come invece e' emerso dall'inchiesta degli inquirenti. Tra gli approfondimenti necessari, secondo il legale del padre e della madre di Gjonj, c'era anche la cosiddetta 'blood pattern analysis', cioe' l'analisi delle tracce ematiche. Secondo il gip, l'"intrusione domiciliare notturna" di Gjoni ha "sicuramente e indubbiamente fatto sorgere nell'indagato il concreto timore di un'imminente aggressione (considerato peraltro che le urla del Sicignano non hanno avuto alcun effetto deterrente sull'azione del Gjoni che ha continuato ad avvicinarsi all'indagato) alla sua persona tale da indurlo a reagire, nella frazione di pochi secondi, nell'unico modo - in quel momento possibile, stante l'inattuabilita' di un'altra condotta meno lesiva o alternativa, tenuto conto dell'irrealizzabilita' della fuga (l'indagato si trovava con la moglie all'interno dell'appartamento chiuso dall'interno senza un'immediata possibilita' di seconda uscita) ovvero di altro comportamento idoneo a scongiurare il concreto pericolo d'aggressione palesatosi e percepito in quella determinata situazione dall'atteggiamento del Gjoni".
Il caso due anni aveva fatto molto scalpore, con le forze politiche di centrodestra che si erano schierati al fianco di Sicignano e a favore del principio della legittima difesa. Lo stesso pensionato si era poi candidato nelle fila di Forza Italia nel 2016 per le Comunali di Milano,
Iscriviti alla newsletter