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Milano
Un cinema in carcere a Bollate: "Vi racconto come sta nascendo". FOTO
Fuori Cinema

Ci sono delle buone idee che ogni tanto vedono la luce. Buone idee che generano buone azioni. Così è nato il cinema dentro al Carcere di Bollate. Riccardo Rocco, l'architetto che ha concepito la nuova sala, la spiega così: "L'idea ha iniziato a prendere forma già nella precedente edizione di Fuori Cinema: c'era già stata una  vendita all'asta di oggetti a favore di Bebe Vio e venne quindi in mente di fare qualcosa sul carcere di Bollate". E d'altra parte la missioni di Fuori Cinema è proprio quella di reperire fondi per aprire sale cinematografiche in luoghi di emarginazione. Così, la macchina si è messa in moto avviando un circolo virtuoso. "Sono stati trovati degli sponsor che hanno donato degli oggetti per fare un mercatino in City Life gestito da detenuti, che in questo modo hanno potuto uscire dal carcere. Risultato? Sono stati raccolti oltre 20mila euro. Parallelamente, è stato avviato un crowdfunding, mentre anche il carcere si è mobilitato per ottenere un finanziamento".

Quindi, i soldi ci sono. Come usarli? "Per creare uno spazio nuovo all'interno del carcere, dove già c'è la cooperativa che svolge attività teatrale. Un nuovo spazio che sia teatro ma anche cinema. I ragazzi, a dirla tutta, tengono più al teatro perché c'è un coinvolgimento diretto, perché non si assiste qualcosa ma lo si produce in prima persona. Nella produzione teatrale c'è socialità e studio, costruzione, delle scene, un mettersi in gioco. L'Anteo si occupa tuttavia di cinema e quindi pensa di mettere insieme le cose: una sala cinema con tanto di palco e di scene per fare anche teatro. Una sala che fosse per i detenuti, ma pensando anche a qualcosa per un pubblico esterno. Così è nato tutto questo".

La presentazione è avvenuta durante la Movie Week, ma il teatro sarà pronto in primavera: "Mancano il palco, l'allestimento e parte della struttura. Sembra paradossale, ma andare in carcere è una esperienza che consiglio a tutti: uno solitamente ne sente parlare, può essere più o meno sensibile al tema e farsi una idea, leggerne. Ma sino a quando non oltrepassi le sbarre, non capisci. Solo allora comprendi il comportamento dei secondini, le logiche che gestiscono tutto, inizi a metterti a confronto con persone che magari inizialmente guardi con reticenza. Poi scopri che, almeno per alcuni, ci sono uno spessore e una maturità che non trovi neanche fuori. La gente si fa una idea un po' cogliona che chi è in carcere è stupido, brutto e cattivo. Invece, si tratta di persone che hanno fatto un errore, magari grosso. Certo, alcuni poi sono recidivi... E una volta dentro scopri tutta una serie di meccanismi. Quali? Ad esempio l'impossibilità di comunicare. Noi aiutiamo in questo, con la sala". A gestire il tutto sarà una associazione e non sarà una iniziativa commerciale.

Rocco è un architetto, e indugia dunque sulle caratteristiche tecniche della progettazione. "E' tutto realizzato a partire da materiali di recupero, con poltrone donate da una azienda di Torino, lampade prese da un cinema di Monza, stessa cosa per gli schermi. Ed anche le maestranze per i lavori sono state messe a disposizione pagando solo le spese per l'attività degli operai. Architettonicamente sarà una gradonata con tutte le dimensioni corrette, la cabina di proiezione e... le vie di fuga, cosa che suscita sempre qualche sorriso, dato il contesto. Il cinema sorgerà all'interno di una struttura industriale, un classico capannone che già ospita una vetreria ed un call canter. Quello che era il teatro originario è stato trasformato in un cinema teatro, manca solo l'aria condizionata, che dovremmo mettere".

fabio.massa@affaritaliani.it

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