Una campagna votata al ballottaggio. Il commento
Sala e Parisi non hanno ancora nemmeno lontanamente acceso i motori...
di Fabio Massa
Una campagna elettorale placida placida. Si avvia, lenta lenta lemme lemme verso il ballottaggio. I candidati ancora non hanno neanche lontanamente acceso i motori. Certo, strategie diverse: Stefano Parisi parla con tutti i media, con la gente, va ovunque. Beppe Sala vuole invece selezionare, preferisce il main stream. E i partiti scaldano i motori e i muscoli in campagne che inizieranno e che saranno molto pervasive. Intanto, però, i candidati si muovono. Interessante la scelta di Stefano Parisi sulla moschea: ognuno fa una dichiarazione, a volte anche di segno opposto, e tutti gli elettorati sono contenti. Una ottima tattica da prima repubblica, ma pare funzionare. A sinistra Francesca Balzani è silente da tempo. Dopo il gran rifiuto non più una parola. Sarà alle prese con il bilancio, per il quale ci sono tempi strettissimi. E poi c’è questa ipotesi targata Milly Moratti. “Volto” storico della sinistra milanese, vorrebbe scendere in campo ancora una volta, come ormai è tradizione. E il Pd la vorrebbe in lista, mentre lei pensa a una lista arancio. Anche qui, già visto, niente di sconvolgente, ma comunque piccole cose che si muovono. Dopo il ballottaggio, invece, lo scenario potrebbe cambiare e di molto. Parisi mollerà completamente i partiti rissosi della sua maggioranza, farà una strategia molto personale, giocata tutta su se stesso. Aggregherà quel che resta di Passera. Aggregherà tutto quanto sta a destra, e proverà a giocarsela. Beppe Sala, eterno favorito, dovrà invece vedersela, se sarà sul filo di lana, con chi sta alla finestra, oggi. Segnatamente, le truppe che furono della Balzani. Loro stanno alla finestra, nel caso più positivo. O sulla riva del fiume, in caso di pessimismo cosmico.
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