Unità nazionale e identità, perché commemorare i caduti in dialetto
CulturaIdentità lancia l’hashtag #4NovembreCulturaIdentità, un appello a ogni carica dello Stato di commemorare i caduti nel proprio dialetto
Delle multiformi manifestazioni dell’essere umano, la guerra è senz'altro una delle più devastanti e tragiche. Ma, come ben sapevano i greci, essenza della tragedia è quella di essere insieme pathein (sofferenza) e al contempo mathein (apprendimento); il patire tragico, cioè, non è il mero subire pene immediate ed inspiegabili, bensì educarsi mediante la loro elaborazione.
È da un simile travaglio che nacque con solidità l’identità nazionale italiana nel corso della Grande Guerra. Per noi, come per altri, persino il più brutale degli eventi non lasciò dietro di sé semplicemente ferite e frantumi, ma anche memorie e identità. Nelle trincee del 15-18, infatti, milioni di soldati provenienti da ogni parte d’Italia con-vissero e si educarono istituendo legami tali da superare le differenze linguistiche, valoriali e culturali, con-fuse nella drammatica esperienza comune del fronte.
È dal sangue e dalle lacrime di quelle arterie infossate che si destarono le membra effettive della nazione che ancor oggi ci lega; non, dunque, una visione unificatrice imposta da un ordine dall’alto soverchiante ed unilaterale, ma un rapporto dialettico tra diverse identità congiunte nell’opposizione ad un nemico comune. Le differenze e le specificità di tali identità vennero, ad un tempo, conservate e superate: conservate, poiché ognuno dei superstiti fece ritorno con rinnovato sentimento alla propria terra natia, accolto dagli affetti e dalle relazioni concrete fatte di gesti, linguaggi, pratiche e abiti locali, scoprendone forse come mai in precedenza l’intrinseco valore; superate, perché quelle identità vennero educate ed inserite (senza con ciò rinnegarle) nello spazio di un superiore soggetto della Storia, quello nazionale.
Per questo commemorare la Giornata dell’Unità Nazionale non significa innanzitutto ricordare l’armistizio di Villa Giusti, né solamente onorare i molti caduti in guerra, quanto far sì che quelle vite non siano state sacrificate per nulla, gettate nell’impersonale fossa comune della Storia, ma siano ancora e ancora l’alimento irrinunciabile della nostra sempre odierna identità. È per rinnovare questo spirito che CulturaIdentità lancia sulla propria pagina Facebook l’hashtag #4NovembreCulturaIdentità, quale appello ad ogni carica dello Stato di scrivere un post nel proprio dialetto per commemorare i caduti, nello spirito della summenzionata dialettica di identità locale e nazionale. Un appello simbolico, ma importante per ri-cordare (etimologicamente: rimettere al cuore) quel passato che non è un cimelio impolverato al quale destinare culti caricaturali, ma il lessico e la fiera sostanza del nostro futuro.
Vincenzo Sofo
Cristiano Vidali
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