UrbanFile: appunti per Milano
L’ecomostro di via Stoppani, il cantiere infinito
Milano, in via Maiocchi incombono da sette anni una gru abbandonata e uno scheletro strutturale di un palazzo mai completato
In via Maiocchi 13, ma a dire il vero in tutto l'isolato formato anche dalle vie Stoppani e Zambeletti, incombono da ormai sette anni una gru abbandonata e uno scheletro strutturale di un palazzo mai completato.
L'eco-mostro, come spesso vengono chiamati questi edifici incompleti, ai passanti è pressoché invisibile perchè si trova in un lotto all'interno, coperto dalla cortina di edifici circostanti.
L'approvazione del progetto è avvenuta nel 2007 e poco dopo è arrivato l'annuncio dell'inizio dei lavori.
Qui si trovava un vecchio garage coperto a capannone; l'avvio del cantiere sollevò subito l'irritazione di tutti i condomini confinanti, i quali si resero conto che stava sorgendo un intero palazzo di otto piani in un lotto molto piccolo, di 500 metri quadri che avrebbe tolto "aria" all'isolato e avrebbe avuto una vicinanza di confine troppo ristretta.
Così dopo le proteste, gli abitanti della zona riuscirono nel 2011 a bloccare il cantiere appellandosi al neo eletto Sindaco Pisapia.
Come prevedibile, partito il contenzioso tra proprietari, costruttori e abitanti della zona, il cantiere venne subito bloccato e da allora più nulla è successo.
Intanto la "carcassa" dello stabile già giunto al quinto piano, troneggia ingombrante nel suo stretto lotto e ora preoccupa anche gli abitanti. I quali, oltre ad ammirare un mostro abbandonato da sette anni, temono che la struttura, realizzata in acciaio e legno, possa incendiarsi e la gru, abbandonata e fluttuante, possa collassare prima o poi.
Quanto ancora dovranno aspettare perché si giunga ad una soluzione?
Lo scorcio da Via Zambeletti, nel 2008, si vede il vecchio capannone
Nel 2008
Nel 2014
Nel 2018
Il lotto dove sorge l'eco-mostro non segue l'andamento delle via Stoppani e Maiocchi perché ricalca ancora l'andamento trasversale di due antiche rogge che qui scorrevano, il cavo Melzi che piegava a Ovest verso l'attuale piazza Otto Novembre e il fontanile Pennera o Brentano, in corrispondenza della cascina Brentani che invece piegava a sud dopo la via Maiocchi.
Anticamente via Maiocchi era detta "Stretta delle Cascine Consorziate", dove le cascine consorziate dovevano essere la Brentani, la Bianchi e la Clerici. All'inizio del XX Secolo qui sorsero, perché vicine alla ferrovia, piccole industrie, come una pelletteria e una grande lavanderia (un antico nome della zona era anche "Lavandai").
Mentre al posto degli attuali edifici corrispondenti ai civici: 13, 15, 17 di via Maiocchi, vi era, all'incirca, la cascina Bianchi. (ringrazio per le informazioni gli amici del forum Skyscrapercity)