Via Ceresio: stop alla sosta selvaggia ma è... l'anarchia delle parigine
Installati i dissuasori in via Ceresio, Milano. Peccato che non siano lo stesso modello di parigine dell'anno scorso. L'analisi di UrbanFile
Vi ricordate le auto parcheggiate sulle aiuole laterali di via Ceresio, che unisce Porta Volta con Piazzale del Monumentale (foto sopra)?
Ebbene, la situazione è stata finalmente regolamentata e sono state aggiunte e completate le parigine in difesa del verde contro la sosta selvaggia. Il Comune aveva dapprima sistemato le aiuole a verde, subito invase dalle automobili parcheggiate, poi intervenne con l'installazione di dissuasori, le famose parigine. Peccato che vennero installate solo per pochi metri, lasciando il resto della via in preda al parcheggio selvaggio.
Ed ecco la sorpresa di questi giorni. Dopo circa un anno e mezzo (era aprile 2016 quando vennero messe le prime parigine) il Comune ha proseguito con il posizionamento dei paletti lungo il marciapiede laterale della via.
Ma ecco che subito notiamo una brutta cosa, le parigine non sono le stesse messe lo scorso anno, ma sono un altro modello, più semplice e più alto. Ma come???? Il Comune ha terminato la fornitura delle parigine in stile? Perché questa sciatteria? Come se non bastasse, troviamo vecchie parigine, crediamo siano state posizionate negli 2000, dal design più moderno. Ma non è tutto, all'angolo con via Farini ci sono altri dissuasori di altra fattura. Insomma l'anarchia delle parigine!
Dunque, facciamo il punto della situazione dell'arredo urbano di questo tratto di strada lunga appena 250 metri: la via è alberata e presenta due corsie laterali e una, più larga, centrale. Le tre corsie sono separate da due isole-marciapiede con aiuola, dove dimorano i platani. Non si è mai capito perché i parcheggi siano consentiti ai lati dell'isola-marciapiede del lato dispari e non sul lato opposto (ed ecco come mai le auto venivano parcheggiate sul marciapiede solo sul lato pari). Quindi ora da un lato ci sono le parigine e sull'altro non sono state messe.
Insomma, si denota da questa grande confusione come negli uffici tecnici del comune abbiano le idee chiare sull'arredo urbano, di quale importanza ricopra per il Comune e forse di come vinca sempre l'appalto a chi fa spendere di meno.
Vogliamo un abaco dell'ARREDO URBANO, a Londra, a Parigi, a Barcellona non assisteremmo mai a tale sciatteria.