Milano

Urbanistica, Basilio Rizzo: le inchieste? Si pensa solo ai privati, ai ricchi

Antonio Murzio

Basilio Rizzo, in consiglio comunale dal 1983 al 2021, parla con Affaritaliani.it Milano delle indagini della Procura che riguardano l'urbanistica

Urbanistica, Basilio Rizzo: le inchieste? Si pensa solo ai privati, ai ricchi

“Ai tempi di Salvatore Ligresti almeno sapevamo con chi prendercela, oggi ci sono i fondi immobiliari che fanno operazioni speculative, ma quali interlocuzioni puoi avere? Con chi te la prendi? E' molto più complicato”. Basilio Rizzo, in consiglio comunale dal 1983, ininterrottamente, fino 2021, parla con Affaritaliani.it Milano delle indagini della Procura di Milano che riguardano l'urbanistica. Lui era già sui banchi dell'opposizione a Palazzo Marino quando nel 1986 il finanziere e costruttore siciliano fu protagonista dello scandalo delle cosiddette "Aree d'oro".

E' l'unica differenza che vede rispetto ad allora?
Fare una graduatoria dei pasticci è complicato, la differenza – ripeto- che vedo è che almeno lì si poteva avere una interlocuzione, c'era un punto di riferimento oggi con la presenza di fondi, con tutta una serie di potentati economici alle spalle, è più complicato riconoscere dove stanno le colpe. Ai tempi di Ligresti c'era una gran corruzione, adesso sembrerebbe paradossalmente che tutto avviene senza favori da una parte all'altra. E comunque un'altra differenza sostanziale è che ai tempi di Ligresti le sue fortune partirono con il fatto che si doveva fare un Piano casa perché c'era bisogno di alloggi e alcune aree diventavano edificabili.

Molti funzionari e impiegati dell'Ufficio Urbanistica hanno chiesto al sindaco Sala, dopo le recenti inchieste della magistratura, di essere trasferiti in altri uffici...
La prendo dalla lontana: i dipendenti pubblici devono servire il pubblico, essere dalla parte della collettività, spesso l'urbanistica tiene più in conto l'interesse dei privati che non l'interesse del pubblico. I dipendenti comunali devono trovare il coraggio di servire l'interesse pubblico e non l'interesse dei loro superiori o di chi dà le disposizioni. Non voglio accusare nessuno, ma non mi convince che il Comune come prima mossa abbia annunciato che metterà a disposizione a proprie spese degli avvocati.

E' tornato il Basilio Rizzo che spesso veniva accusato di giustizialismo?
Non mi interessa la vicenda penale, e questo io lo dicevo anche per Ligresti. Il problema non è se mandare in galera qualcuno, a me preme che si facciano delle scelte nell'interesse pubblico. Se butti giù due o tre immobili e al loro posto ci costruisci dei grattacieli poi vedrà la magistratura se è un reato, ma l'interesse pubblico sicuramente non è stato tenuto in gran conto. Non tocca a me decidere se c'è un reato, ma come mai tra l'interesse del Comune e quello del privato poi alla fine si fa sempre l'interesse di quest'ultimo? C'è qualcosa che non va. Io sono preoccupato di questo: è diventata regola ciò che fa stare sempre dalla parte dell'imprenditore privato.

L'altro giorno il sottosegretario Morelli ha incontrato il procuratore Viola per “superare lo stallo dell'urbanistica” a Milano.
Trovo curioso che adesso ci siano questi rapporti extra istituzionali tra Comune e magistrati che fanno le indagini, poi arriva il sottosegretario Morelli: che cosa c'entra? Perché i magistrati devono parlaree con questa persona? Mi sembra che stiamo arrivando dall'urbanistica contrattata dei tempi di Ligresti all'urbanistica adesso contrattata con le istituzioni che dovrebbero controllare. Non mi sembra una buona cosa: dove sta l'interesse pubblico? Adesso la preoccupazione è che gli imprenditori dicano “blocchiamo tutto”, la domanda da porsi è perché si è consentito di fare tutto questo? Adesso il sindaco di Milano dice dobbiamo impostare le cose secondo le indicazioni che vengono dai magistrati, è più giustizialista lui di di me, per tornare alla sua domanda di prima, perché affida ai un'indicazione dei magistrati il giudizio sulla bontà o meno dei provvedimenti che sono stati presi. I problemi devono essere visti dal punto di vista della collettività, non c'è bisogno che te lo dicano i magistrati, chiunque vede che le cose non vanno bene che ogni volta che si costruisce qualcosa si fa per i ricchi e non per i poveri.

Milano è diventata una città per ricchi?
Sì ed è ormai una città che pochi si possono permettere. In latino per la città usavano due termini, l'urbs e la civitas: l'urbs era il costruito, la civitas la città delle persone. Qui a Milano ormai si pensa solo all'urbs e quando è così vuol dire che qualcuno che su questo ci guadagna.







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