Milano
Urbanistica Milano, l'architetto Cerri interdetto dai pubblici uffici per un anno
La decisione del gip di Milano: l'ex componente della Commissione paesaggio, indagato, sospeso per un anno dalla professione e dai pubblici uffici

Urbanistica Milano, l'architetto Cerri interdetto dai pubblici uffici per un anno
Il gip di Milano Mattia Fiorentini ha disposto la misura interdittiva della sospensione dalla professione e dai pubblici uffici per un anno per Marco Cerri, architetto progettista ed ex componente della Commissione paesaggio, tra gli indagati in una delle tranche delle indagini sull'urbanistica della Gdf e dell'aggiunta Tiziana Siciliano e dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici, che ha portato, il 5 marzo, ai domiciliari Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale. Dopo gli interrogatori preventivi, il gip non ha applicato le interdittive richieste per la dirigente comunale Carla Barone e per l'ex dirigente Andrea Viaroli.
"Cerri tecnico con militanza politica di lungo corso"
"La sfera d'influenza di Cerri che, oltre a essere un tecnico, ha una militanza politica di lungo corso, non e' certo limitata al circoscritto ambito territoriale del Comune di Milano, ma si estende ai membri del Parlamento e gli consente di promuovere e partecipare a disegni di legge statali". Lo scrive il gip. Il giudice ha accolto parzialmente la richiesta formulata dalla Procura nell'ordinanza di custodia cautelare che aveva portato il 5 marzo scorso ai domiciliari l'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, accusato di corruzione, falso e depistaggio, nell'ambito dell'inchiesta su presunte violazioni urbanistiche. Tuttavia la misura cautelare riguarda solo due episodi di falso in atto pubblico, di cui uno prescritto, e non anche il reato di false dichiarazioni per non avere dichiarato i conflitti d'interesse "pur essendo impegnato in numerosissimi progetti nel territorio milanese e godendo di una corsia privilegiata in Comune", mentre l'ipotesi di reato di 'traffico d'influenze' e' stata poi riqualificata in quella piu' grave di tentata concussione.
"Cerri abusò del potere di orientare le approvazioni delle pratiche edilizie"
Secondo il gip, Cerri avrebbe abusato "del potere di orientare a piacimento gli itinera di approvazione delle pratiche edilizie sfruttando le conoscenze e il ruolo pubblicistico ricoperto sino a pochi mesi prima" e avrebbe tentato di costringere Salvatore Greco a corrispondergli una remunerazione, a lui derivante dall'affidamento dell'incarico per la progettazione dei lavori di demolizione e ricostruzione dell'immobile di via Lamarmora nn. 23/27 allo studio Piuarch Milano, con il quale aveva stretto un accordo economico".
"Una volta appreso che Salvatore Greco aveva incaricato un tecnico a lui sgradito (l'architetto Alessio Grison), che non gli avrebbe garantito alcun guadagno personale - prosegue il gip spiegando le ragioni della riqualificazione del reato - Cerri non solo gli prospettava una sicura bocciatura del progetto, ma lo ostacolava, attraverso Ada Lucia De Cesaris, nell'ottenimento di un finanziamento per l'acquisto dell'immobile". Di qui l'accusa di tentata concussione considerando che sarebbe stato "funzionario di fatto" pur non essendo piu' membro della Commissione per il Paesaggio.
Nel dettaglio, per Cerri e' stato disposto il divieto di "ricoprire il ruolo di componente nella Commissione Valutazione Impatto Ambientale - Via e Vas istituita presso il Ministero dell'Ambiente; ricoprire qualsiasi incarico-ufficio pubblico, a esclusione di quelli elettivi ricoperti per diretta investitura popolare, inerenti i settori Urbanistica, edilizia, ambiente, paesaggio e rigenerazione del tessuto urbano e ambientale presso qualsiasi ente pubblico; esercitare la professione di architetto (sia in proprio che in forma associata); esercitare in qualsiasi forma l'attivita' di consulente immobiliare, progettista e tecnico urbanistico (sia in qualita' di libero professionista che in forma d'impresa)per la durata di un anno". L'interdittiva e' stata invece respinta per altri due indagati, Andrea Viaroli e Carla Barone, perche' non c'e' piu' per loro il pericolo di reiterazione di reato. I due, argomenta il gip, sono stati trasferiti in altri uffici e questo "elide radicalmente il pericolo che gli indagati reiterino le falsificazioni provvisoriamente loro ascritte, saldamente legate ai ruoli che entrambi rivestivano formalmente" in Comune.