Milano
Veronesi, un candidato per la destra con famiglia e amici di sinistra
La prima dichiarazione rilasciata quando il suo nome è iniziato a circolare dopo la riunione fra Salvini, Meloni, Tajani e Berlusconi: si è detto “onorato”
di Francesco Floris
Il papà? Ministro della Salute nel governo Amato, poi senatore del Pd e già negli anni '80 vicino al Psi di Bettino Craxi. Con uno stile d'altri tempi. Quando Umberto Veronesi veniva insultato da Beppe Grillo (che lo definì “cancronesi”) lui con garbo replicava: “Grillo continua ad attaccarmi, ma io continuo a difenderlo, oggi come ieri. Non solo in nome della libertà di opinione, ma perché penso che i comici scrutino i nostri sentimenti con finezza, e che con la lente della satira e dell’ironia ci offrano una visione più profonda della realtà”.
Il fratello? Il “maestro” Alberto Veronesi si è candidato con la Lista Sala alle comunali di Milano nel 2016. Per poi riprovarci in Toscana, due mesi fa: il direttore d’orchestra e direttore musicale del Festival pucciniano di Torre del Lago si è candidato nelle liste del Partito democratico nel collegio di Lucca-Versilia alle elezioni regionali. Rimanendo fuori dal consiglio, anche questa volta. Ma più dei risultati elettorali qui conta il contesto. Quello famigliare. Paolo Veronesi, chirurgo, professore universitario e presidente della Fondazione che porta il suo cognome, può essere il nome giusto per il candidato sindaco del centrodestra a Milano. Ma il contesto non è di centrodestra. Per capirsi il padre di Paolo, Umberto Veronesi, pensava che le intercettazioni andassero abolite. E pensava che il carcere dovesse trasformarsi in una sorta di scuola che rieduca alla vita collettiva. Davvero una posizione poco leghista.
La prima dichiarazione rilasciata dal professor Paolo Veronesi quando il suo nome è iniziato a circolare dopo la riunione da remoto fra Salvini, Meloni, Tajani e Berlusconi: si è detto “onorato”. Domandandosi però “come sia possibile conciliare i miei impegni da chirurgo e da professore universitario con il ruolo di sindaco”. Gli ha risposto direttamente Beppe Sala. Che lo conosce e lo stima ma ha voluto lo stesso impartirgli un piccola lezione: “Paolo non hai capito cosa vuol dire fare il sindaco, ti mangia vivo questa vita”.
Francesco Floris/Fabio Massa
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