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Milano
Verzoletto al Museo Regina Cassolo di Mede
Alberico Verzoletto

Verzoletto al Museo Regina Cassolo di Mede

Alberico Verzoletto in mostra al Museo Regina Cassolo di Mede, Pavia: un’occasione imperdibile e preziosa per riscoprire, o per incontrare per la prima volta, l’opera di un autentico Maestro della storia recente della pittura italiana. L’artista nato a Trivero nel 1935 ci ha lasciato ormai nove anni fa, ma è protagonista oggi di un crescente interesse di critica e di pubblico che pare quanto mai opportuno. La sua parabola è del resto del tutto peculiare nelle vicende dell’arte italiana degli ultimi cinquanta anni. Il pittore biellese ha fatto dell’autenticità e della fedeltà al proprio linguaggio ed ai motivi più intimi e profondi della propria ispirazione un autentico tratto distintivo.

20190412 085345La casa sola (1992) - Pastelli ad olio
 

Certo non ignaro degli orientamenti culturali ed estetici che hanno segnato e animato la scena nazionale ed internazionale di questi decenni, ma altrettanto sicuramente noncurante rispetto a mode effimere, trend e correnti, Verzoletto ha scelto di percorrere sino in fondo una via solitaria, consapevole che il valore della propria ricerca espressiva avrebbe dovuto misurarsi con altri strumenti. E conscio di dover rispondere in primo luogo ai comandamenti della propria vocazione interiore, così fortemente radicata al suo vissuto di uomo. Ed è stato, in questo, anche artista che ha saputo fare tesoro della propria fortuna: ha infatti trovato sin dalla giovane età quel registro linguistico che maggiormente si confaceva alla sua sensibilità, e su di esso, instancabilmente e con profitto, ha lavorato negli anni per raggiungere esiti di sorprendente forza e coerenza e di assoluta personalità.

20190412 085341Montemarcello (1992) - Pastelli ad olio
 

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La barca rossa (1987) - Pastelli ad olio

I motivi, le urgenze che animano le sue tele, le visioni e le immagini che popolano l’universo espressivo di Alberico Verzoletto sono stati raccontati e approfonditi nei tre volumi monografici che nel breve volgere di pochi anni hanno recentemente visto la luce. Opere curate dal professore Gian Piero Rabuffi, storico, sociologo e critico d’arte di competenza e fama, che illustrerà le caratteristiche dominanti dell’arte del Triverese nella elegante cornice del Castello Sangiuliani di Mede in occasione dell’inaugurazione della mostra, che si svolgerà sabato 13 aprile. Esposizione che  resterà poi visitabile sino a domenica 28 aprile. Che cosa dobbiamo dunque aspettarci da essa? L’appassionato d’arte vi ammirerà la pittura di un talento autodidatta folgorato dalla lezione post-impressionista.

20190412 085333La piena del Sessera (1988) - Olio su tela
 

“E’ meglio che un pittore cominci dai colori della propria tavolozza, che da quelli della Natura”, ha detto Van Gogh. Ed in questo ribaltamento di prospettiva c’è il focolaio della rivoluzionaria sedizione da cui sarebbe esplosa tutta l’arte dal Ventesimo secolo in poi, che abbandona la strada maestra battuta per secoli della riproduzione della realtà per avventurarsi nei ben più incerti e profondi territori della soggettività. Ancora più esplicito Matisse, nell’affermare: “La mia scelta di colori non poggia su una teoria scientifica; si basa sull'osservazione, sul sentimento, sulla natura stessa di ogni esperienza... Cerco semplicemente di trovare un colore che si addica alle mie sensazioni”. E proprio con la Francia in particolare, e con le gioiose esuberanze fauve di inizio Novecento, Verzoletto instaura un dialogo speciale. Trivero e la Valsessera come Collioure e Le Havre. Luoghi e geografie dell’animo, una toponomastica concreta e terrena. Verzoletto, infatti, non dismette la realtà. Non la nega né la delegittima. Non la sostituisce con costruzioni astratte del pensiero. Al contrario, nella sua pittura tutto parte da ciò che i suoi occhi vedono.

20190412 085312Paesaggio sardo (1987) - Pastelli ad olio
 

“Abitualmente, una volta, armato di cavalletto e tavolozza, andavo nei prati o direttamente sul territorio per dipingere alla luce naturale e variabile del giorno”, è una delle sue infrequenti confessioni. Le valli, i fiumi, i boschi, le case addossate alle colline del Biellese sono il mondo che l’artista pienamente vive e di cui pienamente fa esperienza. Ma la transustanziazione del paesaggio in arte è processo interiore, in cui l’ispirazione suggerisce, la sensibilità illumina. E ciò che si riversa su tela diviene suggestivamente anche altro. Un racconto ricco, vivido ed unico. Soprattutto: nuovo.

“L’arte deve sempre rappresentare una qualche trasformazione anche impercettibile della realtà”, ha scritto recentemente Francesco Bonami. E si è parlato a proposito di Verzoletto,  lo ha fatto ad esempio Angelo Gilardino, di un artista immaginifico e “tentato dal mito”, artefice di una sua personale “fiaba segreta”. Questo fanno le sue tele alla realtà: la ricompongono in una narrazione che dal particolare si fa universale. Che parla, ad esempio, della Natura, dei suoi cicli e delle sue leggi. Pur discostandosene egli stesso nell’urgenza espressiva ed espressionista che lo porta ad accendere i colori, a piegare le forme, a inventare nuovi segni. Pittura che percepiamo dotata di una propria voce di verità.

20190412 085247Rocce (1987) - Pastelli ad olio
 

E se fiabe sono, certo non vogliono essere né consolatoria assoluzione né censura della complessità e della contraddizione. Anzi, della fiaba autentica, le tele di Verzoletto sanno recuperare lo spirito originale e più vero, non edulcorato. La cui morale resta ambivalente, l’interpretazione aperta. Un senso di inquietudine che incombe e che convive con le rappresentazioni più leggere e grate al senso di bellezza che spira benevolo sui luoghi amati. E del resto, di nuovo, si tratta di Natura ed espressionismo: non si può fare del riduzionismo, non si possono cercare facili formule. Ci può essere solo un percorso di osservazione e comprensione, che diventa accettazione.

20190412 085225Chia (1987) - Pastelli ad olio
 

Cogliamo tale acuta consapevolezza soprattutto in certi notturni, rarefatti e silenti, una quiete nella quale ci si potrebbe smarrire e non ritrovarsi. E poi le potenti visioni del cuore inquieto della foresta. Tra rami e tronchi nodosi e avvitati tra loro, le radici salde e antiche degli alberi denudati delle maestose fronde dai rigori dell’inverno. Creature irrequiete nonostante la loro ponderosa immobilità. Che sembrano ardere di vita nonostante la stagione sia quella, al contrario, della morte. Ma non è forse uno dei più grandi ed elementari insegnanti della Natura che all’inverno segue sempre la rinascita? Un ciclico rinnovarsi cantato in numerose altre tele di Verzoletto. Instancabile camminatore tra i campi e i filari e le rive di torrenti di lussureggianti primavere.  Ma non sono, è opportuno sottolineare, solo i luoghi della Valsessera e del Biellese ad accendere la fantasia dell'artista, autore ad esempio anche di pregevoli marine dedicate a Chia e alla Sardegna.

20190412 085237Chia (1987) - Pastelli ad olio
 

Pittura dunque, quella del biellese, che ha quella qualità preziosa e propria di pochi: affidare ad una apparente immediatezza linguistica e formale valori e contenuti che lavorano in profondità e soprattutto con lentezza. Verzoletto sapeva che la semplicità non è facilità. E che anzi ottenerla è spesso molto complesso e faticoso. Ma sapeva altrettanto bene che solo attraverso la ricerca di una forte e naturale connessione con l’osservatore, le sue tele si sarebbero potute imprimere efficacemente nella mente e nell’immaginario. Instillandovi il seme di quel turbamento in grado di stimolare una ricerca, la medesima alla quale lui stesso si è dedicato tutta una vita, rivolta a verità antiche eppure imperiture. E che più sembrano sempre allontanarsi dal nostro comune sentire nella frenetica quotidianità urbanizzata e digitalizzata che scandisce i nostri giorni, più fanno sentire, nell’assenza, la loro viva necessarietà.

20190412 085403Alberico Verzoletto
 

Alberico Verzoletto in mostra
13- 28 aprile 2019
Museo Regina Cassolo
Mede (Pavia), Castello Sangiuliani - piazza Repubblica 39

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