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Milano
“Via Lecco, noi nel kitsch dei locali e condannati alla insonnia”. VIDEO
Via Lecco, Milano

“Via Lecco, noi immersi nel kitsch dei locali e  condannati alla insonnia”

Dopo l’esigenza della Sicurezza, ecco la richiesta della Bellezza: strade liberty e ottocentesche trasformate  in una Formentera di periferia, in una baraccopoli di chupiti e aperitivi  tra finti palmeti, boschi di plastica, ciringhiti di polistirolo , baracchette  fosforescenti , gabbiette divetro, giardinetti in lego multicolori, neon da  giostre  che al confronto il lungomare di Riccione evapora.  E’ il  “ via Lecco- style”,  ovvero il  “tamarro milanese” , dicono  gli storici dell’arte.

Scende in campo contro questa simil Ibiza spelacchiata  il comitato più agguerrito di Milano: sono i residenti del Lazzaretto, stanchi delle notti insonni ma anche  del kitsch  multicolore che  come un virus  devasta gli occhi in un guazzabuglio di  neon da luna park. Morte  della città del design,  chiosa la combattiva Elena Montafia che guida un agguerrito staff di residenti, architetti. designer, poeti, artigiani, negozianti, nonni e studenti universitari stanchi di vivere in una babilonia di urla e aperitivi.

”Questi dehor sono la negazione della tradizione che aveva fatto di Milano la patria del design, rendendola città elegante e raffinata. Ora siamo in balia di scappati di casa. Che dire... è sintomo di decadenza".

Ma chi sarebbero gli “scappati di casa”?  Questi neo designer delle notti bianche vengono sempre più spesso  soprannominati “ localari” : termine inventato dai residenti della Darsena e delle Colonne di San Lorenzo, sconcertati dal cattivo gusto e dalla mancanza di cultura  degli imprenditori del bere.

Da tempo i dehors sui Navigli però sono stati ridisegnati e appaiono dignitosi. Non è così  nell’anarchico friendly multietnico quadrilatero che da corso Buenos Aires va fino agli alberghetti a ore delle escort russe della Stazione centrale: perenne è  il sabba del sabato sera dove giovani maschi lieticinguettano fino all’alba con il chupito in mano in una via trasformata nella baraccopoli  europea dello spritz e dell’amour fou... Il culmine del degrado ambientale è però via Lecco, tempio  del “cucco” e del  bicchiere selvaggio.

Con il Covid, denuncia il comitato Lazzaretto, i locali hanno  tracimato sui marciapiedi rendendo impossibile la mobilità dei residenti. Impossibile dormire. Nessuna mascherina tra i modivari. E qui si assiste alla morte della Bellezza, vittima della  smodata Milanodabere.

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