Milano

Viacrucis: alla Permanente la riflessione di Botero sul male del mondo

Redazione

La Permanente di Milano ospita Viacrucis, prima mostra dopo la scomparsa del Maestro colombiano

Viacrucis: alla Permanente la riflessione di Botero sul male del mondo

Che cosa spinge un artista dichiaratamente ateo a rappresentare il momento fondativo di una confessione religiosa, dedicandogli non un'opera ma un intero ciclo pittorico? E' la domanda che pone la mostra Viacrucis alla Permanente di Milano. La prima esposizione dedicata a Fernando Botero dopo la recente scomparsa del maestro colombiano, avvenuta nel settembre di quest'anno. Un ciclo concluso nel 2011 e di cui l'artista fece integralmente dono al museo di Antioqua. E che ora sta facendo tappa in Italia e Spagna, i due Paesi cruciali nella formazione del "Maestro delle forme".

La Passione di Cristo raccontata da Botero non è dunque una dichiarazione di fede. Ma non può nemmeno essere definita come una rappresentazione puramente laica. Poichè l'artista aderisce in modo pieno a molti dei topoi della tradizione iconografica del Calvario di Gesù.

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La Piedad

E qui va ricercata la prima chiave interpretativa: il ciclo della Viacrucis di Botero, per cominciare, è una riflessione su uno dei soggetti più importanti per la storia dell'arte occidentale. Un confronto con i modelli che ne influenzarono il percorso. Un dialogo su problemi eminentemente formali e pittorici, tra citazioni, appropriazioni, rivisitazioni. All'osservatore il gioco di individuare le fonti, le ispirazioni, le voci del passato che Botero fa rivivere dialogando con esse. Ma del resto i temi sacri hanno costituito una presenza discreta ma costante lungo l'arco di tutta la sua carriera.

Viacrucis: la violenza terrena delle ultime ore di Cristo

Viacrucis rappresenta tuttavia qualcosa di diverso. Ed è la violenza quanto mai terrena delle ultime ore di Cristo. Abolita ogni forma di ironia, satira, umorismo, il corpo imponente di Gesù è flagellato, sanguinante, torturato, dolente, infine ridotto a un raggelato cadavere blu sulla croce. Una esposizione del nostro sguardo al supplizio del Nazareno che non omette e non risparmia nulla della sua umana sofferenza. Non mancano anche in questa scelta ben precisi riferimenti a precedenti nella storia della pittura. Ma la più diretta genealogia di Viacrucis è interna al percorso artistico dello stesso Botero. Ci riferiamo alle serie Violencia en Colombia (1999-2004) ed Abu Ghraib (2004-2006). Nella sua piena maturità, il colombiano si è infatti allontanato da quel registro che lo aveva imposto nell'immaginario collettivo come uno dei più popolari artisti della seconda metà del Ventesimo secolo. Le sue figure, pur sempre rappresentate come masse e volumi in espansione, hanno infatti abbandonato quelle caratteristiche e rassicuranti atmosfere sognanti e atemporali per calarsi nella controversa drammaticità della storia e della cronaca. In questo, Viacrucis ne è la coerente prosecuzione, narrando la più iconica e significativa violenza umana perpetrata nella storia dell'Occidente, quella contro il figlio di Dio.

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El beso de Judas

Il Calvario senza tempo raccontato da Botero

Ed è evidente come per Botero la Passione di Cristo sia chiara metafora di ogni ingiustizia ed ogni sofferenza. Lo rivelano alcuni dettagli ed alcune precise scelte. Come quella di ambientare il Calvario ai nostri giorni. Emblematica un'opera come "Crucifixiòn", con Gesu crocifisso a Central Park e sullo sfondo la vita newyorchese che continua a scorrere incurante del dramma. In "El beso de Judas" l'artista sceglie di rappresentare anche se stesso - in completo nero e camicia bianca - sulla scena, recuperando una consolidata tradizione rinascimentale che voleva i committenti delle opere comparire tra i comprimari della composizione. Oltre al gusto citazionista, non vi è da ravvisare una forma di narcisismo, bensì un messaggio preciso. Nessuno si può dichiarare estraneo al tradimento avvenuto. Ed alle sue conseguenze.

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Jesus y la multitud

Un ciclo pittorico che lavora dunque su livelli semantici stratificati, quali più sottili ed eruditi, quali più ostentati e letterali. Come nella scelta di rappresentare in "El camino de las penas" Gesù alla mercè della violenza di un agente di polizia armato di manganello. Ecco dunque dipanarsi il filo delle molteplici motivazioni che hanno portato Botero a volersi confrontare con il mistero della Crocifissione, tragedia universale e paradigma della storia dell'arte insieme.

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El camino de las penas

Tema che l'artista ha saputo re-interpretare facendovi confluire anche alcune delle tematiche a lui più care. Senza abdicare rispetto alla propria identità ed alla propria estetica, ma mettendole in gioco con intelligenza, umiltà e due sconfinati passioni, che si sostengono a vicenda: quella, leopardiana, per la sorte dell'umane genti e quella per la grande tradizione artistica occidentale.

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Crucifixion







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