Milano

Viaggio nei superuffici di Spotify. La sede milanese che costa 1 mln all'anno

di Luigi Lupo

Reportage dalla sede del colosso dello streaming musicale

In via Joe Colombo, nelle primissime ore del pomeriggio, regna un silenzio accogliente. Che quasi stride con la presenza, al civico 4, dell'impero mondiale delal musica, dei podcast, dell'audio.

 La nuova sede milanese di Spotify si fa subito notare

 La nuova sede milanese di Spotify si fa subito notare: dalle vetrate del portone di ingresso, si intravede il famoso logo della multinazionale svedese. Cinque piani, con vari comfort per i dipendenti, dalla palestra alla sala per i neonati, che costano caro alla divisione italiana. Secondo il bilancio della società al 31/12/2021, che Affaritaliani.it Milano ha visionato, la società spende il 7% del fatturato nella nuova sede. Il contratto di locazione per il nuovo immobile in via Joe Colombo è costato 6,3 milioni di e per una durata di 7 anni. Quasi un milione l’anno. Per uno spazio che, però, è davvero un fiore all’occhiello.

l design è di quelli minimali a partire dalla sala di accoglienza

L'appuntamento è fissato per le 15.20. Ma poi un messaggio su Wa mi avvisa di un ritardo di dieci minuti. Tempo per una sigaretta: il sole picchia in questa "ottombrata" milanese. Decido, per temporeggiare, di dedicarmi all'ascolto di un podcast con le cuffie, proprio su Spotify. Ironia della sorte, passati i secondi della sigla, dall'ufficio stampa mi invitano a salire al primo piano. Il design è di quelli minimali a partire dalla sala di accoglienza. La scritta in verde del brand fa da sfondo alla reception mentre, in una tipica sala da meeting - con numerose sedie, una scrivania gigante e uno schermo ben in vista - mi attende Federica Tremolada, a capo dell'area milanese di Spotify ma anche dei territori orientali e meridionali dell'Europa. Milano è al centro dell'intrattenimento audio: "La città ha già una connotazione nel termine che significa nel mezzo, racconta ad Affaritaliani.it Mialno . E lo è tra queste due aree europee che comprendono, in totale, 28 paesi. Si parlano 26 lingue, quindi ha un ruolo geografico. È collegata direttamente con la maggior parte delle capitali dei paesi che stanno all'interno di questa regione. È influenzata culturalmente anche da molti di questi paesi, ma poi è soprattutto una città che è sempre di più internazionale, inclusiva e dinamica, che sono gli aspetti che in qualche modo determinano anche il nostro brand”.

Tremolada ha lo sguardo vispo, dimostra orgoglio per i progetti di Spotify legati all’inclusività. Concetto trend di questi tempi. Che la manager tende a sottolineare mentre mi viene offerto un bicchiere d’acqua. Naturalmente non in plastica” – sottolineano. “All’interno dei nostri uffici, lavorano persone di nazionalità diverse, portatrici di culture differenti”.

I grandi investimenti nel personale

E la società ha investito tanto anche nel personale: i costi sono aumentati passati dai 3.529.163 del 2020 ai 5.094.276 del 2021. Una voce che pesa sugli utili del bilancio che si attestano intorno ai 525mila euro. In aumento rispetto al 2020 (quando erano 342.821) ma pur sempre una cifra che potrebbe nettamente essere più alta. Ma Spotify ha deciso di puntare sulla qualità e la quantità dei dipendenti.

Federica Tremolada: "Nei nostri uffici si parlano diverse lingue"

Assunzioni da tutto il mondo per creare un ambiente multiculturale: “Nei nostri uffici – racconta Tremolada – si parlano diverse lingue creando un mix di culture ed esperienze diverse”.

Tutte impegnate nel potenziamento dell’offerta di musica in streaming in maniera legale, la svolta impressa da Daniel Ek con la fondazione, nel 2008, di Spotify. Alla cui nascita è dedicata una docu-serie su Netflix. Una sorta di osmosi tra i due player che hanno rivoluzionato il modo di vedere la tv e ascoltare la musica.

Lo streaming in Italia cresce

E le etichette ne sono ben consapevoli. “Lavoriamo con loro – prosegue Tremolada – che essenzialmente rappresentano i nostri principali partner per l’attivazione dello streaming. Che in Italia sta andando benissimo”. I numeri: i dati del 2021, elaborati dalla FIMI (Federazione Italiana Industria Musicale), vedono l’Italia tra i dieci Paesi a livello globale in termini di ricavi su tutto il comparto musica. “E questo in particolare – aggiunge la manager italiana - è stato accelerato dallo streaming perché appunto tutta la parte digitale ha un peso di più dell'80% ormai su tutto il territorio nazionale”.

Tremolada: "Lavoriamo per ridurre il gender-gap nella musica"

Da Milano vengono gestiti anche i programmi che puntano alla promozione di artisti musicali attraverso “il programma Radar – spiega Tremolada – che vuole creare un’isola di emergenti” e poi un progetto per ridurre il gender-gap nella musica.“Ogni mese vengono identificate, delle artiste diverse che nominiamo Ambassador. Alcune di loro, come Ariete, Anna o Elisa, lo sono state per mesi”. Tremolada tiene a specificare che “quello sul gender-gap non è solo un lavoro di facciata ma un impegno che si concretizza in un concreto supporto agli operatori business musicale”.

E poi, tra le stanze patinate dei mega uffici, fornite, per ogni piano, di cucina, si lavora al nuovo core della società. Non solo musica, anche podcast. Così Spotify ama definirsi player “dell’intrattenimento audio”.

"4 milioni di podcast caricati su Spotify Italia"

Spiega Tremolada: “A tutti gli effetti abbiamo ormai più di 4 milioni milioni di titoli di podcast, caricati sulla piattaforma. E questo fa capire un po’ le dimensioni del successo del fenomeno oltre al fatto che siamo una piattaforma aperta in cui chiunque produca contenuto audio può caricare il proprio podcast. Abbiamo anche sviluppato una linea di investimenti sui contenuti originali ed esclusivi. Che cosa significa sostanzialmente? I contenuti esclusivi sono quei contenuti che vivevano già sulla piattaforma e che abbiamo deciso di rendere esclusivi su Spotify proprio perché particolarmente di successo. In Italia, per esempio, abbiamo lanciato solamente nel 2022 ben 22 contenuti originali ed esclusivi. Tra questi, per esempio, possiamo citare “Demoni urbani”, The Esseential di Will, “Il Dito di Dio” di Pablo Trincia. Ma anche “Batman”, per esempio, è stata la prima audio fiction che abbiamo lanciato in primavera”.Spotify vuole superare i confini dei podcast legati alla non-fiction, all’attualità e al crime. Si prepara a entrare, anche nell’Italia, nell’universo della finzione narrativa da ascoltare. Un ritorno al radiodramma, se vogliamo. Oppure un ulteriore sguardo al futuro.

 

 







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