Milano
25 Aprile, Ornella Vanoni canta "Ma Mi" davanti al Piccolo Teatro di Milano
Nell'ambito dell'evento Bella ciao del Pd Milano metropolitano, Ornella Vanoni ospite d'onore ha intonato Ma Mi, canzone simbolo in dialetto menghino, scritta da Strehler e che racconta la prigionia di un partigiano a San Vittore

Ornella Vanoni canta Ma Mi davanti al Piccolo Teatro di Milano (foto: Mia News)
25 Aprile, Ornella Vanoni canta "Ma Mi" davanti al Piccolo Teatro di Milano
Ornella Vanoni ospite d'onore a Milano ad un evento per il 25 aprile organizzato da Bella ciao, progetto del Pd Milano metropolitano, di fronte al Piccolo Teatro Grassi, ha ricordato il 24 aprile la nascita del Teatro dopo la seconda guerra mondiale e la rinascita culturale della citta' grazie a Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Prima di diventare un teatro, infatti, i locali ospitavano la sede della Legione autonoma Ettore Muti e fu luogo di prigionia e torture. Dopo la liberazione, il Piccolo Teatro e' diventato il primo teatro stabile di prosa pubblico in Italia, con il famoso calcio alla porta dell'edificio.
"Grassi e Strehler non hanno fatto la Resistenza armata, l'hanno fatta nei teatri - ha raccontato Vanoni -. Quando io sono entrata in questo teatro, non era piu' quel posto, pero' ricordo che c'era un'atmosfera forte. C'era una forza in questo posto, qualcosa di speciale, come un'entita' forte, creativa, molto emozionante. L'ho vissuto con amore ho vissuto le liti di Strehler con Grassi, liti bestiali che sembrava dovesse venire giu' un palazzo. Ma questo teatro, con quei due uomini eccezionali, e' il centro della cultura di Milano".
Vanoni: "25 Aprile, i giovani non conoscono la storia"
"Quella del 25 aprile - ha aggiunto la celebre artista milanese - e' una data che per i giovani non e' importante perche' non conoscono quella storia bene e quindi la sentiamo noi che l'abbiamo vissuta. Questo teatro e' importantissimo" per l'antifascismo, "per la citta' e per l'Europa, e' il primo teatro in Italia che e' stato aperto" dopo la guerra. "Qui c'era il sangue. Ancora adesso se una persona viene a lavorare al Piccolo vede i camerini sono come delle celle, sono molto piccoli", ha ricordato poi. Momento speciale quando, accompagnata dalla chitarra e dal pubblico, Vanoni ha cantato Ma Mi, canzone simbolo di Milano, in dialetto, scritta da Strehler e portata al successo proprio da Vanoni negli anni 60, che racconta la prigionia di un partigiano nel carcere di San Vittore.
Con Vanoni il direttore del Piccolo Claudio Longhi, la regista e direttrice del Teatro Franco Parenti Andree Ruth Shammah, il segretario di Pd Milano Alessandro Capelli e Venanzio Postiglione, vicedirettore del Corriere della Sera. Postiglione ha raccontato cos'e' stata la mattina del 25 aprile 1945 al Corriere della Sera. "Una storia che comincia vent'anni prima, il 28 novembre 1925. Quel giorno il direttore Luigi Albertini convoco' tutta la redazione per dire che non ce la facevano piu', dato che eravamo rimasti l'ultimo giornale in cui vigeva ancora la liberta' di stampa. Albertini scrisse un editoriale col cuore gonfio di amarezza spiegando di essere costretto a lasciare perche' la proprieta' cedeva al regime". Venti anni dopo, il 25 aprile, "la prima cosa che fecero i partigiani di tutti i colori, alle 8 del mattino, fu entrare al Corriere della Sera, perche' liberare il Corriere significava riconquistare la liberta'. "Milano insorge contro i nazifascisti" fu il titolo di apertura del 25 aprile". E sotto un articolo di Dino Buzzati, "Cronache di ore memorabili".
Le tappe di Bella Ciao nei luoghi della Liberazione milanese
Bella Ciao, progetto del Pd metropolitano milanese, con il consigliere regionale Pietro Bussolati e la deputata Lia Quartapelle, è stata caratterizzata da una passeggiata in alcuni luoghi simbolo della Resistenza a Milano, in occasione dell'80esimo anniversario della Liberazione della citta' dal nazifascismo. Prima tappa e' stata al Palazzo Erba Odescalchi, di origine quattrocentesca, che dopo la seconda guerra mondiale, fino al 1952, e' stato sede temporanea della Sinagoga ebraica. "In questo palazzo - ha raccontato Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica - la Brigata ebraica dopo il 25 aprile con l'autorizzazione del Comitato di liberazione nazionale ha avuto l'autorizzazione ad insediarsi. I soldati hanno posato le armi, hanno preso matita e carta e hanno iniziato a fare diverse attivita' come insegnare ai bambini ebrei che non avevano piu' famiglia a scrivere e leggere, fare ricongiungimenti familiari, a farsi raccontare da ciascun sopravvissuto chi aveva visto vivere o morire. Di qua e' passata anche Liliana Segre, uscita dal campo di concentramento, che dovette rivivere tutto e raccontare cosa le era successo. Alla fine ci furono 800 bambini ebrei che non avevano nessuno".
Seconda tappa nella vicina via Lupetta, al murale dei sindaci resistenti Pietro Bucalossi, Antonio Greppi, Gino Cassinis, Virgilio Ferrari, Aldo Aniasi. Cinque sindaci, memorabili protagonisti della storia di Milano, che hanno esercitato in tempi diversi il ruolo di primo cittadino all'indomani della Liberazione dell'Italia e che sono stati fieri oppositori al nazifascismo durante la Resistenza. L'opera, inaugurata due anni fa in occasione delle celebrazioni per il 78esimo anniversario della Liberazione, e' stata realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles e dall'associazione OrMe - Ortica Memoria di Milano, in collaborazione con FIAP e Fondazione Aniasi, con il patrocinio e con la collaborazione dell'ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune di Milano.
Terza tappa al Piccolo Teatro Grassi. Quarta e ultima tappa a Niguarda, per celebrare la liberazione del quartiere, che insorse il giorno prima del 25 aprile, quando i partigiani liberarono l'intera citta'.
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