Milano
Ramy, le immagini dell'inseguimento dei carabinieri. La Procura valuta l'ipotesi di omicidio volontario
L'inseguimento a Milano in cui ha perso la vita il giovane Ramy Elgaml ripreso da alcune telecamere: il video mandato in onda dal Tg3
Ramy, le nuove inedite immagini dell'inseguimento dei carabinieri: "Sono caduti, bene"
Il Tg3 ha mostrato nella serata di ieri un video inedito dell'inseguimento concluso con l'incidente in cui è morto lo scorso 24 novembre Ramy Elgaml al quartiere Corvetto di Milano. Nelle immagini si sentono anche i commenti dall'auto dei carabinieri con la dashcam all'inseguimento dello scooter su cui viaggiano Ramy e il conducente del mezzo Fares Bouzidi. 'Vaff…..o, non è caduto', dice un carabiniere dopo un primo impatto. Ed ancora: "Chiudilo, chiudilo che cade". Poco dopo, la caduta dello scooter: "Via Quaranta, sono caduti, bene!". Trasmesse infine, come riporta Ansa, anche le immagini di due carabinieri che, dopo l'incidente, si avvicinano a un giovane sul marciapiede, che alza le mani in alto. Si tratta del testimone che ha detto di aver ripreso tutto, aggiungendo che i militari dell'Arma gli avrebbero intimato di cancellare il filmato.
La Procura valuta l'ipotesi di omicidio volontario
La Procura di Milano valuta di contestare l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale ai tre carabinieri coinvolti nell'incidente che ha portato alla morte di Ramy Elgaml. Attualmente gli viene contestato l'omicidio stradale. La valutazione arriva dopo la diffusione del video, a disposizione anche della Procura, in cui si vede quello che sembra essere un impatto tra una gazzella dei carabinieri e lo scooter su cui viaggiavano Ramy Elgaml e Fares Bouzidi. Una versione diversa da quella dei carabinieri che avevano negato un contatto tra i mezzi.
Il padre di Ramy: "Quelli sono carabinieri sbagliati"
"Quelli che ho visto nel video, uno, due, tre, sono carabinieri sbagliati. Ma ci sono anche i Carabinieri veri. Non sono tutti uguali, e ho fiducia in quelli giusti". Così all'Ansa Yehia Elgaml, padre di Ramy. "Li hanno inseguiti per 20 minuti, perché? Potevano prendere la targa e andarli a prendere dopo due ore, tre ore, a casa", ha aggiunto il padre, 61anni, originario del Cairo e da 18 anni in Italia. "L'Italia è il mio primo Paese, non il secondo Paese - ha detto ancora Yehia, che vive nella casa con l'altro figlio minore e la moglie - Mio figlio è morto qui, è sepolto qui, a mezz'ora da qui, a Bruzzano. Tutti i giorni lo vado a trovare".
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