Milano
Violenze sessuali di Capodanno a Milano, arrestati quattro giovani egiziani
L'ordinanza di custodia cautela in carcere e agli arresti domiciliari riguarda due episodi. I dettagli: la "barriera umana" per consentire l'assalto sessuale
Violenze sessuali a Capodanno. Arrestati quattro giovani egiziani
Quattro giovani cittadini egiziani di età compresa tra i 19 e i 20 anni sono stati arrestati dalla polizia per le violenze sessuali avvenute la notte di Capodanno 2022, in occasione dei festeggiamenti in piazza Duomo a Milano.
L'ordinanza di custodia cautela in carcere e agli arresti domiciliari riguarda due episodi
L'ordinanza di custodia cautela in carcere e agli arresti domiciliari riguarda due episodi: uno compiuto nei pressi della statua dedicata a Vittorio Emanuele II ai danni di due ragazze tedesche e l'altro nei pressi di un fast food in piazza Duomo ai danni di due ragazze italiane al quale hanno partecipato due degli arrestati; in questa occasione, oltre alle violenze sessuali, è stata consumata anche la rapina del cellulare e della borsa ai danni di una delle due ragazze da parte degli autori delle violenze
Violenza in piazza Duomo, la "barriera umana" per permettere gli abusi
Questo come riferisce Ansa, il racconto di una delle vittime, che ha riferito di un ragazzo "con la barbetta che si atteggiava a protagonista e ha cercato di tirarci quando i nostri amici ci hanno difeso". Poi, raccontò a verbale, era stata "accerchiata da un gruppo di ragazzi composto da circa quaranta, cinquanta persone. Alcuni miei amici hanno provato a tirarmi via da loro, ma questi mi ributtavano dentro. Vedevo gente che mi tirava per le braccia e per le gambe".
Per portare a termine quelle violenze, nella ricostruzione di inquirenti e investigatori della Mobile, avallata dal gip Sonia Mancini, gli indagati crearono una "barriera umana". "Stante la presenza di tantissime persone potenzialmente in grado di scongiurare l'aggressione, forze dell'ordine comprese, poste a pochi metri di distanza, la presenza di questa barriera umana è stata assolutamente determinante", rileva il giudice.
Piazza Duomo, l'aggressione alle due ragazze tedesche in un video
Giudice che nell'ordinanza con cui dispone per due il carcere e per altrettanti i domiciliari, ricostruisce i momenti di devastante paura delle due ragazze tedesche: "Questo gruppo di uomini aveva iniziato a spingere lei e l'amica che si tenevano per mano cercando di difendersi e altri dei componenti del gruppo si erano parati davanti a loro. La massa di aggressori aveva iniziato a palpeggiarle brutalmente, spingendole così violentemente da far cadere a terra" una di loro che "spaventata aveva provato a difendersi, urlando agli uomini di smettere". Non servì a dissuaderli. Uno dei quattro, in un video, è ritratto mentre rimane a "godersi lo spettacolo", invece di "aiutare la vittima o andarsene", e un altro partecipò sia all'aggressione delle due tedesche, sia a quella, successiva, di due italiane, circa un'ora dopo.
La presenza del ventenne, residente nel Milanese, anche un'ora dopo il primo abuso, rafforza "il convincimento circa la consapevole e volontaria adesione" alle violenze. Non si può ritenere, infatti, per il giudice, "che l'indagato si trovasse lì 'per caso' in entrambi gli episodi, coinvolto suo malgrado in un improvviso assembramento: al contrario appare chiaro come egli abbia ricercato volontariamente la partecipazione all'assalto ai danni delle ragazze".
Piazza Duomo, la testimonianza di una vittima: "Chiunque passava si sentiva libero di metterci le mani addosso"
A suo carico una serie di immagini accanto alle vittime straniere e una testimonianza secondo la quale, dopo che un'italiana era "caduta a terra per le percosse", il ventenne era stato "uno di quelli che si è avventato su di lei". Oltre ai nove che hanno subito provvedimenti, nella vicenda risultano altri indagati e gli investigatori avevano da subito cominciato a setacciare il branco per dare un nome ai responsabili. "Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c'erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di metterci le mani addosso", aveva raccontato una delle vittime.