Milano
Zini, il ciclista-ristoratore che corre assieme a Sala
Intervista ad Alfredo Zini, ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza accettando di sostenere il sindaco nella lista dei Riformisti
Zini, il ciclista-ristoratore che corre assieme a Sala
Divide le sue passioni tra l’accoglienza e la buona cucina de Al Tronco, ristorante toscano di famiglia all’Isola, e la bicicletta, con la quale, nei momenti di tregua, percorre chilometri su e giù per le strade lombarde, spesso in compagnia di Beppe Sala. E’ così che Alfredo Zini (nato a Milano nel 1967) ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza accettando di sostenere il sindaco nella lista dei Riformisti. Nei mesi scorsi, in piena pandemia, ha guidato la protesta dei ristoratori, colpiti pesantemente dal Codiv.
Zini, lei cosa chiede per i prossimi anni al sindaco Sala?
“Prendo a prestito una delle frasi più celebrate di John Fitzgerald Kennedy per dire: non chiederti cosa la tua città può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per la tua città. E’ con questo spirito che ho accettato la candidatura. Perché, dopo i guai e i drammi del Covid , c’è molto da fare in città. E io ci metto la faccia. Capisco la scelta di Sala di ascoltare anche i residenti, considerando che la movida è diventata un patrimonio dell’accoglienza milanese. Fa bene il sindaco a puntare sulla buona movida: più sicura e lontana dagli eccessi dell’alcol. In questi giorni ho lanciato una proposta, perché le ordinanze vanno sostenute dalla tolleranza zero per chi sgarra, come i venditori abusivi che pullulano nella notte in Darsena e in altre zone ma anche i piccoli negozi etnici aperti fino a tardi per vendere birra e superalcolici ai minorenni”.
Ha sostenuto a lungo il ruolo delle botteghe storiche, ma basta davvero una targa per conquistare la fiducia dei milanesi?
“Direi di no. Il riconoscimento della Regione è importante ma le attività storiche devono fare sistema e, col sostegno delle istituzioni, possono organizzare ogni anno degli eventi per attrarre i turisti e offrire loro il meglio delle nostre tradizioni, della nostra cultura enogastronomica e artigianale. Rappresentano uno straordinario “ponte” culturale, fra tradizione, capacità imprenditoriale e ospitalità nel contesto urbano in rapida trasformazione. Occorrono tutela dell’impresa e riconoscimento delle Imprese Storiche come rete d’impresa. E’ necessario sostenere le Imprese Storiche con eventi pubblici itineranti, per la promozione del territorio milanese con un giusto rapporto centro storico, periferie e imprese anche sviluppando dei percorsi turistici. Basta così? “No di certo. Serve un impegno preciso per alleggerire la pressione fiscale sull’intero comparto del commercio. Certo non è più tempo di sole lamentele ma i commercianti vanno messi in condizione di lavorare senza la zavorra del fisco”.
A lei piace pedalare, ha fatto anche del ciclismo agonistico. Ma la mobilità a Milano è una cosa seria e le piste ciclabili non sempre aiutano. Lei cosa pensa?
“Occorre sviluppare il rapporto con le imprese, organizzando meglio il comparto della logistica per il carico e scarico delle merci. Molto è stato fatto dal comune: ora va riaperto il dialogo con le categorie. Sulle piste ciclabili va incrementando il numero dei percorsi fuori dagli assi commerciali, valorizzando i quartieri attraversati dalle zone 30. Milano è una capitale europea e cresce il numero di persone che preferiscono spostarsi a cavallo delle due ruote”.