Zone, caos nel centrosinistra. Ipotesi lista Pd fuori dal Pd

di Fabio Massa

Continua a salire, la tensione, nelle zone. Il centrodestra pare decisamente più avanti del centrosinistra, anche se qualche fibrillazione di Ncd continua a far ritenere la partita non completamente chiusa. Ma si può tranquillamente affermare che per ogni municipio c’è un nome e non il marasma nel quale pare si stia dibattendo la coalizione di centrosinistra. L’epicentro è più di uno. In zona 5, ad esempio, c’è il tema di Aldo Ugliano, che in un primo tempo avrebbe rifiutato il ruolo di candidato presidente, salvo poi annunciare che si sarebbe candidato in consiglio, scompaginando così giochi già definiti. In zona 7 continuano le liti. L’opzione è tra Lorenzo Boati e Lorenzo Zacchetti, ma nelle ultime ore sono pervenute due nuove ipotesi. La prima porta a Enrico Fedrighini (dei Verdi), la seconda invece a Elisabetta Strada, in quota Beppe Sala. Tuttavia non sembrano ipotesi risolutive. Tanto quanto una soluzione non la si è trovata neppure in zona 5. Il malcontento intanto sale ulteriormente dopo che gli aspiranti “assessori” dei nuovi municipi hanno appreso che le indennità previste per la carica saranno inferiori a quelle di un qualunque consigliere comunale di Milano. Inoltre, nella riunione di ieri nella coalizione di maggioranza, è spuntata la richiesta di Sel di avere un’altra presidenza arrivando così a quota due e rendendo ancora più difficile trovare la quadra. In tutto questo bailamme, alcune aree del Partito Democratico, particolarmente in contatto con gli arancioni e tradizionalmente vicine sia ai Dem che a Pisapia potrebbero addirittura arrivare a una scelta clamorosa: creare una lista alternativa al Pd da schierare in almeno tre zone a Milano. Una scelta già evocata in alcune riunioni, qualche tempo fa, ma poi accantonata. Adesso torna in auge. Segno che il gioco si fa duro, e che ogni ipotesi risulta essere accessibile (almeno sulla carta).

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