Auto e Motori
Auto Plug-in: più inquinanti del previsto, lo rivela uno studio UE
La Commissione Europea svela: le auto plug-in ibride inquinano 3,5 volte più dei valori dichiarati
La Commissione Europea ha recentemente scosso il mondo dell'automotive con la pubblicazione della sua prima analisi dettagliata sulle emissioni di CO2 "nel mondo reale" di automobili e furgoni.
Sorprendentemente, i dati raccolti nel 2021 hanno rivelato che le emissioni di CO2 e il consumo di carburante dei veicoli diesel e a benzina sulla strada sono circa il 20% superiori rispetto ai valori ufficiali ottenuti dai test WLTP, un gap in linea con le previsioni. Tuttavia, è la situazione dei veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) a destare maggior preoccupazione: le loro emissioni nel mondo reale sono state in media 3,5 volte superiori ai valori di laboratorio.
Questi risultati evidenziano un'ampia discrepanza tra le prestazioni ambientali promesse e quelle effettive di queste vetture, una situazione che solleva dubbi sull'efficacia dei PHEV come soluzione per ridurre l'impatto ambientale del settore dei trasporti. La scoperta che tali veicoli non vengono utilizzati nella modalità elettrica tanto quanto previsto rappresenta un importante campanello d'allarme.
Dall'inizio del 2021, la legislazione dell'UE impone che tutte le nuove auto e i piccoli furgoni in grado di operare con combustibili liquidi siano equipaggiati con dispositivi di monitoraggio del consumo di carburante a bordo (OBFCM). Tuttavia, i dati del primo anno hanno evidenziato una copertura della flotta al di sotto delle aspettative, con solo il 10,6% delle auto e l'1,0% dei furgoni registrati nel 2021 che hanno fornito i dati richiesti.
Nonostante le limitazioni iniziali del dataset, specialmente per quanto riguarda i furgoni, i dati sulle auto offrono già una preziosa intuizione preliminare. Le emissioni medie osservate e il consumo di carburante delle nuove auto registrate nel 2021 mostrano un divario significativo rispetto ai valori attesi, soprattutto per i PHEV, confermando la necessità di una riflessione critica sull'uso e sul reale impatto ambientale di questi veicoli.
Con le modifiche già introdotte dalla Commissione nel calcolo del fattore di utilità per i PHEV, che entreranno in vigore dal 2025, si spera in un miglioramento. Tuttavia, la situazione attuale sottolinea l'urgenza di un maggiore monitoraggio e di eventuali aggiustamenti basati su dati concreti del mondo reale. La trasparenza e l'accuratezza nella valutazione dell'impatto ambientale dei veicoli diventano, quindi, più cruciali che mai per garantire che le promesse di sostenibilità del settore automobilistico si traducano in reali benefici ambientali.