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Neuroestetica: La Bellezza e il Cervello
Il parere della dottoressa Olivia Muraglia
Secondo le moderne teorie della Neuroestetica, disciplina che unisce le Neuroscienze cognitive all’Estetica, fondata dal Prof. Samir Zeki (Neurobiologo dell’ University College of London), la bellezza non è un concetto astratto non affrontabile scientificamente ma è un fenomeno biologico profondo, legato all’attività neuronale di una specifica parte del cervello responsabile delle emozioni, situata nella corteccia orbito frontale mediale.
"Questa attivazione neuronale porta alla liberazione di neurotrasmettitori come la dopamina, associata al piacere e all’euforia"-sottolinea la dottoressa Olivia Muraglia, esperta in Medicina Estetica del viso-"la gratificazione generata dalla percezione del bello è un motore motivazionale che ha guidato l’evoluzione umana per secoli, come sostenuto anche da Platone, che collegava la bellezza all’eros, il desiderio di bellezza e sapienza che spinge l’uomo verso la verità".
Bellezza Oggettiva e Disturbi Mentali
Esiste un concetto di bellezza oggettiva riconosciuto dal nostro sistema nervoso centrale evoluto, ma l'evoluzione culturale e l'impatto dei social media e dei filtri fotografici hanno portato a una variazione dei parametri estetici. "Questo ha anche contribuito all'insorgenza del disturbo mentale da dismorfismo corporeo, in cui le persone investono tempo ed energia preoccupandosi e detestando il proprio aspetto, a volte al punto da ricorrere a interventi eccessivi"-continua la dottoressa Muraglia
L’Over Filling Syndrome e i Rischi Associati
L'Over Filling Syndrome, o la sindrome dell'eccessivo utilizzo di filler per modificare il proprio aspetto, è emerso come conseguenza diretta di queste pressioni esterne. I filler, sebbene popolari per i risultati immediati e i costi inferiori rispetto alla chirurgia plastica, comportano rischi come complicanze, l'uso di materiali non sicuri e l'eccessivo riempimento che può portare a danni difficili da risolvere.
Prevenzione e Ruolo del Medico
Prevenire l’Over Filling Syndrome richiede una comunicazione efficace, una solida preparazione scientifica e una condotta deontologica da parte dei medici. È essenziale sviluppare nei pazienti un senso critico e il concetto del limite, evitando la ricerca compulsiva di una bellezza omologata che può degenerare in un abuso del concetto stesso di bello. È compito del medico decidere le aree da trattare, la quantità da iniettare e il timing, comunicando sicurezza al paziente e valorizzandone le caratteristiche uniche.
Conclusioni
Lavorare quotidianamente per promuovere la bellezza nell’unicità di ciascun individuo è un obiettivo fondamentale per contrastare gli eccessi legati alla ricerca di una bellezza standardizzata, che rischia di generare un'idea di insano, finto e artefatto, perdendo di attrattiva e autenticità.
“Bellezza nell’ UNICITÀ di ciascuno di noi” questo è quello su cui quotidianamente lavoro