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Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - A più di quarant'anni dall'identificazione, il virus dell'immunodeficienza umana (Hiv) rimane un problema di salute pubblica. In Italia, ad oggi, solo il 51% dei pazienti si dice soddisfatto della propria terapia anti-Hiv. Per rispondere ai bisogni non ancora soddisfatti delle persone che vivono con Hiv e per dedicare più tempo al dialogo medico-paziente nasce Vhivian, campagna di comunicazione promossa da ViiV Healthcare, azienda farmaceutica dedicata al 100% alla ricerca di trattamenti contro l'Hiv e focalizzata sulle persone che vivono con Hiv e Aids, con la collaborazione di Edra Spa. Il progetto è stato presentato oggi a Milano durante la giornata di apertura della 38esima edizione del MiX Festival internazionale di cinema Lgbtq+ e Cultura Queer che ha ospitato, oltre alla conferenza stampa di lancio, anche un workshop interattivo in collaborazione con Le Georgiche.Nel 2022 - spiega una nota - le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono state 1.888, pari a 3,2 nuovi casi per 100mila residenti. Un'incidenza che pone l'Italia al di sotto della media osservata tra i Paesi dell'Europa occidentale e dell'Unione europea (5,1 nuove diagnosi per 100mila residenti). Inoltre, nel 2022 sono stati diagnosticati 403 nuovi casi di Aids, pari a un'incidenza di 0,7 nuovi casi per 100mila residenti. A livello globale, nel 2023 circa 630mila persone sono decedute per malattie Aids-correlate, rispetto ai 2,1 milioni di persone nel 2004 e a 1,3 milioni nel 2010. Secondo le principali linee guida di gestione della patologia, gli inibitori dell'integrasi di seconda generazione rappresentano la classe farmacologica maggiormente raccomandata, sovente presente nelle co-formulazioni di farmaci antiretrovirali, al fine di facilitare l'adesione del paziente alle cure. Tuttavia, in Italia solo il 58,2% delle persone con Hiv sono in trattamento con un inibitore dell'integrasi di seconda generazione in una formulazione tale da permettere l'assunzione una volta al giorno, e solo il 51% dei pazienti si dichiara soddisfatto dell'attuale regime terapeutico; il 38% vorrebbe essere maggiormente informato dal proprio medico sui nuovi farmaci disponibili; il 30% desidererebbe un dialogo più approfondito con il proprio medico curante. Nella campagna Vhivian, la protagonista è una Aglaonema Pink, una pianta non facile da trattare, ma nemmeno troppo difficile come si penserebbe. Necessita infatti di attenzioni appropriate e specifiche, così come deve avvenire nel consulto tra lo specialista e la singola persona con Hiv. Le piante sono poi universalmente riconosciute come simboli di crescita e rigenerazione, rappresentano il ciclo della vita, l'adattabilità e la capacità di fiorire anche in condizioni difficili. Vhivian vuole ricordare che le persone che vivono con Hiv, nonostante le sfide associate alla convivenza con il virus, non solo possono avere un'aspettativa di vita paragonabile a chi vive senza il virus, ma hanno anche la possibilità di migliorare la propria qualità di vita grazie a un approccio 'paziente-centrico' e personalizzato.Sul tema è intervenuta, durante la conferenza stampa, Antonella Castagna, direttrice dell'Unità di Malattie infettive dell'Irccs Ospedale San Raffaele e della Scuola di specializzazione in Malattie infettive e tropicali dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Ogni visita con il paziente - spiega - rappresenta l'occasione per definire se il regime terapeutico che la persona con Hiv sta assumendo è - per lui o lei - adeguato, con uno sguardo attento al suo stile di vita. Su questo, oggi la maggior parte delle persone con Hiv, proprio grazie all'ampia gamma di opzioni terapeutiche disponibili, possono assieme al medico riflettere su ciò che è più adatto per loro".In merito alla necessità di disegnare un percorso personalizzato per migliorare l'aderenza terapeutica e la gestione delle necessità della singola persona, è intervenuto anche Andrea Gori, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Asst Fatebenefratelli Ospedale L. Sacco. "Grazie alla più ampia disponibilità di farmaci antiretrovirali e opzioni terapeutiche altamente efficaci - ha ricordato - oggi in Italia l'Hiv può essere considerata una malattia cronica. Nel trattamento delle cronicità, il colloquio medico-paziente risulta centrale nella definizione della cura tramite l'ascolto e la comprensione dei bisogni. Nelle visite di controllo, e in particolare nella gestione della salute a lungo termine, questo aspetto deve essere un punto cruciale dell'alleanza tra medico e paziente". Fulcro della campagna Vhivian saranno i contenuti relativi alla conversazione con il clinico: le persone con Hiv avranno degli spunti per intraprendere un dialogo più efficace con il proprio medico, per una maggiore condivisione delle proprie esigenze e per iniziare un percorso di gestione della terapia più personalizzato. La campagna potrà contare anche su una serie di contenuti informativi come video, articoli, infografiche, banner, post, poster e opuscoli all'interno degli studi medici. Il progetto segna l'inizio di una narrativa più ampia, configurandosi come la prima tappa di Rhivolution, iniziativa di ViiV Healthcare che mira a creare nuove opportunità e risorse per le persone che vivono con Hiv, in un percorso di supporto e affiancamento il cui fil rouge, evidenzia Vincenzo Palermo, vice-presidente e general manager, Hub Italia e Paesi Bassi di ViiV Healthcare, è poter fruire dell'innovazione. "Con il lancio di questa nuova iniziativa - commenta Palermo - tentiamo auspicabilmente di nutrire il colloquio medico-paziente di più tempo, ponendo l'accento sull'importanza di un dialogo aperto, empatico e basato sulla condivisione continuativa delle esperienze e dei bisogno del paziente. Un progetto per far sì che l'innovazione possa essere goduta appieno dalle persone con Hiv, ingrediente imprescindibile del loro benessere a lungo termine".




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