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Roma, 26 set. (Adnkronos) - La giornata inizia con la foto di gruppo delle opposizioni al gran completo sulle scale del Cassazione per il deposito delle firme contro l'autonomia. Oltre un milione e 300mila firme. Un successo. Ma tra i protagonisti dello scatto neanche una stretta di mano. In Parlamento, nelle stesse ore, si sta consumando la frattura sulla Rai. Il Pd, con Iv e Azione, non partecipa al voto sui consiglieri del Cda. M5S e Avs, sì. Una spaccatura plateale su cui parte un reciproco scambio di accuse su chi avrebbe rotto il patto delle opposizioni sulla Rai. Davanti alla Cassazione Elly Schlein e Giuseppe Conte si ignorano. Ma rispondendo ai cronisti, a pochi metri uno dell'altro, non se le mandano a dire. Parte Conte: "Spaccatura? Qui la spaccatura c'è stata da parte del Pd che ha deciso con Renzi''. Ma per la segretaria del Pd le cose non stanno così e ai cronisti ribadisce quanto detto ieri sera ai parlamentari dem riuniti: "La nostra posizione è di assoluta coerenza, va chiesto ad altri perchè hanno cambiato opinione". Tutte le opposizioni erano d'accordo a bloccare il rinnovo del Cda in assenza della riforma della governance Rai con il recepimento del Media Freedom Act europeo, "la normativa -dice Schlein- che chiede che finalmente la Rai sia indipendente dalla politica, dai partiti". Per M5S e Avs il risultato è stato raggiunto con l'ok della maggioranza a incardinare la prossima settimana in Senato i ddl in materia. Per il Pd è solo un bluff: "Ieri la maggioranza ha chiarito che questo Cda viene votato per rimanere in carica tre anni, così si rischia di rimandare al '2000 e mai' la riforma". E la forzatura della maggioranza di votare subito il Cda, per la segretaria Pd, ha una sola motivazione: quella di spartirsi i posti e "a noi questo non interessa". Di qui la controreplica di Conte: "Il Cda non è una poltrona, sono posizioni di controllo, di vigilanza". Le 'poltrone', rimarca il leader M5S, sono quelle dei direttori Rai: "Quando si parla di poltrone, chi fa l'Aventino lo deve fare per le direzioni, per le testate...". Mentre Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno eletto Roberto Natale come consigliere Rai, chiariscono: "Abbiamo votato per non lasciare tutto lo spazio nel Cda della Rai alla destra di Meloni". Alta tensione che si squaderna anche nei lavori parlamentari subito dopo il voto sui consiglieri del Cda. I 5 Stelle abbandonano l'aula di Montecitorio in segno di protesta dopo che la maggioranza ha dichiarato inammissibili gli emendamenti dell'opposizione al ddl Lavoro. "Quando si tratta di ottenere poltrone in Rai, sempre presenti per votare. Quando invece non si parla di poltrone, si abbandona l'aula", il commento al vetriolo di fonti parlamentari Pd. Che non passa inosservato. A stretto giro arriva la replica M5S: "Il Pd usa le stesse parole utilizzate da Faraone in aula. Non vorremo che, dopo la Rai, anche sul lavoro, dove Italia viva non ha nulla da insegnare, il Pd si faccia dettare la linea da Renzi".E qui entra in gioco un altro elemento di tensione che va oltre alla cronaca di giornata e da settimane agita il campo progressista: l'avvicinamento di Matteo Renzi al centrosinistra. Impraticabile per il Movimento. "O ci siamo noi o ci sono loro", l'aut aut dei 5 Stelle che, non da oggi, lamentano una mancanza di chiarezza da parte del Pd sui rapporti con Iv. E il fatto che i renziani si siano schierati con i dem sulla questione Rai alimenta la diffidenza. "Il Pd ha stretto un accordo strutturale con Renzi?", si chiedono i pentastellati. Da Iv però hanno gioco facile a sottolineare il grado di 'lealtà' al Pd nella partita Rai che, incalza Maria Elena Boschi, "mi pare che chiarisca una volta in più al Pd chi è affidabile e chi no. Noi siamo stati coerenti e corretti, Conte dal primo giorno ha trattato con Meloni per i propri interessi. Il governo si dimostrerà molto riconoscente coi grillini sulla Rai". Il tutto alla vigilia del voto alle regionali. In Liguria la costruzione dell'accordo di centrosinistra è stata faticosa per i paletti su Iv posti da M5S e da Alleanza Verdi e Sinistra. Nelle prossime ore verranno depositate le liste. Al momento sono due quelle 'centriste' e in nessuna delle due è presente il simbolo di Italia Viva.




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