30 novembre 2024 - 16:21

**Pd: riformisti dem in campo, lealtà a Schlein ma decisi a pesare su temi e proposte**

Roma, 30 nov. (Adnkronos) - I riformisti del Pd si rimettono in moto. Dopo la 'sordina' alle dinamiche interne, imposta anche dai continui appuntamenti elettorali del 2024, l'area che fa capo a Stefano Bonaccini si prepara a un 2025 'libero' da elezioni a stretto giro, pronta a fare la sua parte nella costruzione di quella "proposta per il Paese", indicata da Elly Schlein come obiettivo Pd dei prossimi mesi. Occasione per serrare le fila, l'assemblea oggi a Roma della componente Energia Popolare. Evento affollato da parlamentari, big e tanta classe dirigente locale dem, consiglieri regionali e amministratori. Ci sono i due presidenti freschi di vittorie, Stefania Proietti in Umbria e Michele De Pascale (in collegamento) in Emilia Romagna dove il Pd è arrivato oltre il 43%. E campioni di preferenze del calibro di Antonio Decaro e il campano Lello Topo che, con lo stesso Bonaccini, hanno portato 'in dote' alla segretaria centinaia di migliaia di voti alle europee. Un apporto ai successi elettorali Pd sottolineato a più riprese nell'appuntamento dei riformisti oggi. E messo sul piatto anche in prospettiva: Bonaccini ha avanzato a nome dell'area la proposta di primarie per le liste alle politiche. Pluralismo, insomma, nelle proposte e anche nelle candidature. Tema di quelli incandescenti ma, al momento, non di stretta attualità. In prima fila ci sono Lorenzo Guerini, i coordinatori dell'area Simona Malpezzi e Piero De Luca, Alessandro Alfieri che ha organizzato l'evento e poi Pina Picierno, Giorgio Gori, Brando Benifei solo per citare alcuni. Lealtà a Schlein e spinta riformista su temi e agenda: questo il mood della mattinata. Se Guerini e Picierno fanno muro sul sostegno a Kiev "senza cedimenti", Gori chiede che "la competitività" sia per il Pd "una priorità" tanto quanto la lotta al cambiamento climatico. Insomma, pragmatismo riformista sul modello emiliano, come lascia intendere Bonaccini. Non basta dirsi 'alternativi' alla destra, lo si è "in quanto capaci di indicare una idea e un progetto di società. Perchè essere 'contro' non basta e non interessa alla gran parte degli elettori".Ed è il modello Emilia che Bonaccini guarda anche per le alleanze: "Quanto è difficile tenere insieme M5S e Iv? Se guardo a Umbria e Emilia Romagna non c'è nessuna difficoltà. Non è vero che non si può stare insieme. Stando insieme abbiamo strabattuto la destra". E chiude: "Mai più veti". Perchè "deve essere chiara una cosa: il Pd per noi non deve coltivare alcuna autosufficienza, né alcuna volontà egemonica; ma non lasceremo più a nessuno il diritto di porre veti e ricatti". Come è accaduto in Liguria. All'iniziativa di oggi erano invitati proprio Iv con Maria Elena Boschi e M5S con Stefano Patuanelli che però ha dovuto disertare per un impedimento di salute. Boschi sul veto 5 Stelle a Iv ingaggia anche i riformisti dem: "Se il veto è politico, se non piacciono le riforme che abbiamo fatto - e su cui non facciamo abiure - allora il tema è anche vostro, anche dei riformisti del Pd, lo dico in modo onesto''. L'assemblea riformista stamattina è stata aperta dagli interventi in collegamento di Nicola Zingaretti e della segretaria Schlein che, auricolari e zainetto, si è collegata via smartphone dall'aeroporto in partenza per Siviglia per il congresso di Psoe di Pedro Sanchez. Entrambi hanno risposto con fermezza - apprezzata dalla platea - all'attacco di Giuseppe Conte sul sì del Pd alla commissione Von der Leyen bis con Raffaele Fitto commissario. In Europa "non cediamo di un millimetro e anzi rilanciamo l'integrazione europea: presidieremo la priorità del partito socialista europeo e del Pd", scandisce Schlein. La segretaria, sul versante interno, non solo riconosce lo spirito unitario che ha caratterizzato il Pd questi mesi, ma ne fa un modello anche per le alleanze: "Sappiamo bene che si può lavorare con le altre forze anche con sensibilità diverse. Io credo che il miglior esempio l'abbiamo dato noi: abbiamo sensibilità diverse ma l'importante è darsi un luogo dove comporle, dove fare sintesi e fare passi avanti insieme". Un rapporto di lealtà che Bonaccini conferma: noi non siamo in campo "per indebolire una segretaria, come nella più triste e tafazziana tradizione della sinistra e della storia del Pd". E i risultati si vedono, rivendica. "Non penso che lavorare ostinatamente per l'unità significhi rinunciare alla vocazione riformista e maggioritaria del Pd. Io ho visto anzi combinarsi perfettamente queste cose proprio nelle vittorie dell'Emilia-Romagna e dell'Umbria, per stare alla cronaca e soprattutto ai fatti".