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Policlinico di Milano, la ricetta Stocco per la sanità milanese
Il Policlinico di Milano sta vivendo una nuova fase storica. Di progetti in essere e sfide future. Ne abbiamo parlato con il Direttore Generale Matteo Stocco
Policlinico di Milano, la ricetta Stocco per la sanità milanese
Il Policlinico di Milano, l’ospedale al centro della città coi suoi oltre 500 anni di storia, sta vivendo una nuova fase storica. Tanti i progetti in essere e le sfide future. Ne abbiamo parlato con il Direttore Generale, Matteo Stocco, che sottolinea - tra le altre cose - come la struttura stia crescendo velocemente: "Con tutto il personale stiamo lavorando anche agli aspetti organizzativi, di gestione e di accreditamento e tutto questo senza interrompere un solo giorno l’attività ordinaria". L'intervista di Affaritaliani.it
Il Nuovo Ospedale, a che punto siamo e come si trasformerà il Policlinico?
Il nuovo padiglione di oltre 800 posti letto aprirà nell’estate del 2025 e stiamo rispettando i tempi del cronoprogramma. La struttura cresce velocemente e con tutto il personale stiamo lavorando anche agli aspetti organizzativi, di gestione e di accreditamento e tutto questo senza interrompere un solo giorno l’attività ordinaria. Siamo consapevoli che si tratta di una grande opera di sanità pubblica, attesa da anni ma ora una realtà concreta che trasformerà l’intero Policlinico. Il progetto non prevede solo la costruzione del nuovo monoblocco dedicato ai ricoveri con un nuovo Pronto soccorso ginecologico e un nuovo Ps pediatrico ma si tratta di una graduale riqualificazione di tutti i padiglioni che andranno incontro ad una ristrutturazione. Alcuni padiglioni verranno convertiti in studentato e convitto perché dobbiamo pensare ai pazienti ma anche ai tanti professionisti che lavorano ogni giorno.
I vecchi paglioni a quale attività saranno destinati?
Ogni padiglione sarà dedicato ad una specifica attività. I principi alla base del progetto del “Nuovo Policlinico” prevedono la separazione delle attività di degenza dalle attività diurne dei pazienti che vengono in ospedale per visite o esami. È previsto anche il potenziamento dei collegamenti tra i vari padiglioni e l’avvio di nuovi modi per condividere le risorse e integrare al massimo la attività clinica con l’attività di ricerca. La nostra priorità è garantire che questa riorganizzazione ottimizzi le attività, riducendo le liste d'attesa e migliorando complessivamente l'esperienza dei pazienti. Prevediamo anche di ampliare l’offerta con l’apertura di nuove specialità, come per esempio la riabilitazione.
Tra le sfide del momento come affrontate il problema delle liste di attesa?
Regione Lombardia anche quest’anno ci ha dato la possibilità di incrementare con un fondo apposito le ore da destinare ai nostri specialisti che grazie ad una encomiabile dedizione al lavoro consentono di aumentare gli slot di prestazioni esami, visite e interventi chirurgici. Noi siamo aperti tutti i giorni fino alle 20 anche al sabato e alla domenica sono attive alcune sale chirurgiche.
E la carenza di medici e infermieri incide sui tempi?
La riflessione che va fatta è che la popolazione invecchia sempre di più aumentando il bisogno di prestazioni sanitarie e nel contempo diminuiscono i professionisti della salute che sul mercato del lavoro si fa fatica ad intercettare. Il personale manca perché c’è una denatalità importante, meno studenti che si iscrivono e che terminano gli studi. Quindi lo sguardo deve andare oltre e prendere ciò che la tecnologia e la ricerca ci mettono a disposizione come la telemedicina o le nuove alternative terapeutiche. La ricerca in questo senso ci può aiutare.
La ricerca fino a dove può spingersi?
Il Policlinico è un ospedale ma è anche il 1° Istituto pubblico italiano per la quantità e la qualità della ricerca prodotta e con gli oltre 700 ricercatori è in prima linea per lo studio di diverse patologie. E grazie anche a questa sua intensa attività ha ottenuto per esempio finanziamenti dal PNRR di oltre 8,5 milioni per 26 progetti di cui 17 come centro coordinatore e i campi spaziano nel campo della ricerca biomedica, della diagnostica avanzata e degli studi di diverse malattie e tumori rari, di malattie croniche ad alto impatto sui sistemi sanitari.
Quali sono le regole di una organizzazione sanitaria moderna
Cito Henry Mintzberg, tra i maggiori esperti di organizzazione aziendale, che in un lavoro di anni fa scrisse “ non c’è nulla di più complesso che gestire un ospedale”. Detto questo, l'Ospedale rimane fondamentale, ma il suo ruolo si deve integrare necessariamente col territorio, e il Covid ci ha dato un segnale forte in questo senso. È una sfida che Regione Lombardia sta portando avanti con successo. Lato risorse umane dico che è fondamentale il lavoro di squadra e il forte senso di appartenenza, di chi opera in una grande e prestigiosa istituzione sanitaria e di ricerca come il Policlinico di Milano. Porre obbiettivi chiari e sfidanti, comunicarli a tutti i livelli, aiuta l'integrazione dei ruoli, cruciale per il successo dell’impresa. Individualmente penso che le capacità relazionali e le attitudini al cambiamento siano aspetti imprescindibili per navigare la complessità di una struttura sanitaria pubblica ed essere professionisti credibili.