Politica
Anche Bonaccini critica il governo: "Cura Italia? Servirà fare molto altro"
Bonaccini sul decreto "Cura Italia" contro il coronavirus: "Bisognerà fare di più". Poi esprime solidarietà a Medicina e loda il Sistema Sanitario Nazionale
Coronavirus, Bonaccini sprona il Governo a fare di più, mentre l'Emilia-Romagna è in emergenza
Bonaccini ha commentato il decreto legge varato dal Governo per affrontare l'emergenza coronavirus, dicendo che 25 miliardi sono una prima risposta ma sarà necessario fare di più. Ha poi fatto sapere di essere vicino agli abitanti di Medicina, comune della Bassa Bolognese chiuso per l'alto tasso di contagi, e si è detto già al lavoro per provvedere a tutte le necessità della popolazione in isolamento. Il presidente della regione ha poi rilasciato anche delle dichiarazioni per elogiare la capacità del Sistema Sanitario dell'Emilia-Romagna di far fronte all'emergenza.
Coronavirus, Bonaccini: "Cura Italia" è una risposta importante ma serve altro
“Misure per 25 miliardi di euro rappresentano una prima, importante risposta, e questo al Governo va riconosciuto. Servirà però fare molto altro, sbloccare gli investimenti e semplificare le procedure, perché serve attivare un piano complessivo straordinario che faccia ripartire il Paese”.
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha commentato all’AGI i provvedimenti contenuti nel dl “Cura Italia” varato dal Consiglio dei ministri per fronteggiare l’emergenza legata al coronavirus. “Mettiamo il mondo delle imprese, del lavoro e della conoscenza – ha detto Bonaccini – nelle condizioni di avviare un rilancio vero non appena ci saranno le condizioni per farlo. Sarebbe drammatico, oltre che imperdonabile farci trovare non pronti”.
Coronavirus: Bonaccini, i residenti di Medicina non sono soli
“Chi vive a Medicina non è solo: noi siamo con loro. Siamo in contatto costante con il sindaco Montanari, persona di grande spessore, per dare risposta a ogni esigenza della comunità locale, e questo senza pause, praticamente 24 ore su 24”: lo ha detto all’AGI, il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dopo l’ordinanza che ha ‘chiuso’ il comune della Bassa Bolognese dove si è registrata una crescita anomala dei contagi da coronavirus.
Gli abitanti di Medicina, ad esempio, “oggi ci hanno chiesto di fare arrivare i giornali in paese, e domattina ci saranno. Ma voglio sottolineare – ha aggiunto il governatore – l’atteggiamento collaborativo dei residenti a cui stiamo chiediamo pazienza e responsabilità”.
Istituire la ‘zona rossa’, per Bonaccini è stato “un atto sofferto ma doveroso”. “È davvero stata una delle decisioni più difficili che abbia dovuto prendere – ha ribadito il presidente della Regione Emilia Romagna – ma, dati e pareri medico-scientifici alla mano, e in coordinamento con il sindaco della Città Metropolitana e il Prefetto di Bologna, non potevo non farlo, per tutelare la salute dei cittadini di Medicina e per evitare che il contagio si diffondesse in maniera così forte nell’intera Città metropolitana di Bologna, area da un milione di abitanti”.
Coronavirus: Bonaccini, il nostro sistema sanitario è incomiabile
Il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna sta reagendo “in maniera encomiabile”, all’emergenza legata alla diffusione del coronavirus: lo ha detto all’AGI, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. “Chi ci lavora, professionisti e operatori – ha sottolineato il governatore – sta facendo un lavoro straordinario. Davvero non finiremo mai di dire loro grazie.
A oggi abbiamo allestito 2.480 posti letto aggiuntivi, 218 in più di ieri: 2.111 ordinari e 369 di terapia intensiva. E abbiamo messo a punto – ha spiegato Bonaccini – un piano regionale che prevede l’adattamento all’andamento della situazione epidemiologica, capace di superare i 500 posti letto di terapia intensiva e i 3000 per acuti. Oltre a quelli - ha concluso – che metterà a disposizione la sanità privata con cui stiamo sottoscrivendo un accordo di collaborazione”.