Politica

Autonomia, Bertolissi (Regione Veneto): "Non disarticola il Paese"

Ecco la risposta del professor Mario Bertolissi, membro della delegazione trattante per l’autonomia differenziata della Regione del Veneto.

Alcuni autorevoli giuristi hanno sottoscritto un appello al Presidente della Repubblica,affinché venga salvaguardato il ruolo del Parlamento, garante di “uno sviluppo equilibrato esolidale del regionalismo italiano”. La premessa sottostante – par di capire – è che ilprocedimento in atto – riguardante le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – stiadisarticolando il Paese. Ma così non è.

In primo luogo, i testi elaborati in bozza richiamano costantemente i principi fondamentali della Costituzione, di cui è garante il Giudice delle leggi.

In secondo luogo, le differenze-discriminazioni tra Regioni esistono da sempre e ad esse lo Stato non ha saputo, finora, porre rimedio.

In terzo luogo, le procedure istituzionali in atto si stanno svolgendo nel rispetto puntuale dell’art. 116, 3° comma, della Costituzione.

In quarto luogo, i timori, che hanno ad oggetto la centralità del Parlamento, sono smentitidalle disamine dei costituzionalisti, i quali, da lungo tempo, vanno dicendo di una centralità del Governo, come è nei fatti.

In quinto luogo, questo rilievo è confermato dalla recentissima vicenda, definita dalla Cortecostituzionale con ordinanza n. 17/2019. In sesto luogo, non è possibile, in base al principio di non contraddizione, parificare il procedimento legislativo ex art. 116, 3° co., Cost., al procedimento ex art. 72, Cost.

In settimo luogo, nel resoconto stenografico dell’indagine conoscitiva, svolta dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali nel corso della passata legislatura, si legge che, quella di competenza parlamentare,  è “una legge in senso formale, vincolata all’intesa precedentemente raggiunta tra Governo e Regione” (Atti Parlamentari, seduta del 6 febbraio 2018, 41).

In ottavo luogo, mina l’unità e indivisibilità della Repubblica il criterio della spesa storica,fonte di inefficienze, sperpero di pubblico denaro e di irresponsabilità, cui non si è mai voluto derogare.

In nono luogo, è bene che il Parlamento discuta: di numeri, di cose fatte e non fatte, di risultati, di tutele realizzate e no, dopo aver riscontrato se è ancora vero che esistono – comescriveva Livio Paladin nel 1976 – “Regioni di avanguardia… Regioni collocate nel mezzo” e Regioni di “retroguardia”, alla luce del principio di responsabilità. C’è da chiedersi: perché mai non se ne è parlato in passato e si è atteso l’impulso del Veneto?

In decimo luogo – ed infine – l’interesse nazionale è messo in pericolo da chi non è stato ingrado di svolgere una attività di buon governo e di buona amministrazione: pure in questocaso, alla luce di una disposizione costituzionale chiarissima, quale è l’art. 97.

Infine, mi pare che la volontà di forzare e far leva sul Presidente della Repubblica, che èautorevolissimo custode della Costituzione e che mai si è espresso sulla materia, appaia comeun maldestro e miserevole tentativo. E’ un po’ come pensare di avere l’arbitro che gioca conla tua squadra. Speculare sulla correttezza del Capo dello Stato appare irrituale, soprattutto sea esprimersi sono autorevoli costituzionalisti. Forse pensano che al Quirinale abbiano momenti di distrazione…