Politica

Bill Gates: un filantropo o un monarca a Roma? Obiettivi nascosti del magnate

di Antonio Amorosi

Bill Gates in Italia per Meloni e Mattarella: la filantropia che maschera una visione del mondo del tutto singolare. Il controllo su cultura, saperi, tecnologie

Dai media finanziati ai farmaci, dall’avvento dei software a pagamento all’educazione e poi lo scandalo Epstein. Tutto ciò che c’è da sapere su Bill Gates che nessuno...

Mentre i giornalisti statunitensi si interrogano sul mito credulone dei filantropi miliardari, Bill Gates viene accolto a Roma come un capo di Stato. In queste ore ha incontrato Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma dall’entourage della premier italiana sono subito trapelate le posizioni distanti tra i due, non solo sull’Intelligenza Artificiale, di cui Gates è grande propugnatore, ma anche sulla green economy e i cambiamenti climatici.

Nel mondo anglosassone c'è un crescente scetticismo sull'intervento dei miliardari e dell’establishment come panacea ai problemi dell'umanità. La Sanità degli Stati in panne, l’educazione pubblica in declino, i conflitti di interessi come strutturali del sistema, la mancanza d’indipendenza dei giornalisti e degli opinion maker sembrano ormai tratti di molti Paesi occidentali. Ma effettivamente la Bill & Melinda Gates Foundation appare come qualcosa di simile a uno Stato nello Stato. Forbes sostiene che a marzo 2023 il patrimonio netto di Bill Gates ammonti a 110 miliardi di dollari, per altri sarebbe 125 miliardi, ma poco importa: è più grande del PIL di interi Paesi messi insieme. Questo anche perché le fondazioni di beneficenza negli Stati Uniti devono pagare il 5% del loro patrimonio ogni anno, per mantenere il loro status di esenzione fiscale. La Fondazione guadagna molto più denaro di quello che dona, e tutto quel reddito è completamente esentasse.

William Henry Gates III nasce a Seattle negli USA nel 1955, da un ricco avvocato di Seattle e un'ereditiera bancaria, ma noi ne conosciamo l’avvento solo con Microsoft. Qualcuno ne ha vista l’epopea per la prima volta nel film I pirati della Silicon Valley. Gates era il pokerista, data la sua passione per le carte.

La rivista USA Land Report l’ha di recente soprannominato Farmer Bill, dopo che è diventato il più grande proprietario di terreni agricoli privati d’America, circa 120.000 ettari in 19 Stati per un valore di 700 milioni di dollari. Altri lo chiamano Vaccin Bill, per gli investimenti in campo sanitario, per i milioni fatti arrivare all’OMS e gli investimenti nella case farmaceutiche. Il declino della salute delle fasce più deboli della popolazione è dovuto alla crisi delle sanità pubbliche degli Stati.

Ma noi viviamo in un mondo in cui Bill Gates parla 40 minuti all’assemblea mondiale della Salute pre Covid mentre i ministri della Sanità di qualsiasi Paese non ne hanno più di cinque, eppure Gates non è un esperto di salute. Prima dell’ossessione per i vaccini antiCovid Gates ha distribuito quello antipolio in Africa per salvare i più poveri della terra. Oltre gli effetti sicuramente positivi, British Medical Journal ha stimano che solo nel 2020 più di 1.000 persone in tutta l'Africa siano state paralizzate dagli effetti avversi. La realtà è più complessa di un sistema binario.

“Le vite umane devono essere più che delle tacche sul bastone di un plutocrate?”, si è interrogato di recente il giornalista USA Tim Schwab, autore del libro The Bill Gates problem. Il grande successo economico di Bill Gates nasce con l’informatica. Fino all’arrivo di Microsoft nel settore, le persone scrivevano codici di programmi e ne condividevano il contenuto gratuitamente on line. Tutto funzionava e la rete internet sembrava un mondo lontano dal capitalismo selvaggio. Poi è arrivato lui e ne ha preso il controllo con Microsoft, una società a scopo di lucro, che ha dominato interi settori, trasformandoli in monopoli generatori di profitto per i suoi azionisti. Il resto è storia e cronaca dei nostri giorni.

Come il fronte dei giornali. Premessa l’indipendenza di quelli che saranno elencati e sui quali il lettore può valutare da solo, Schwab nel libro su Gates dà ripetuti esempi di come i media smorzino le critiche verso il magnate dal cuore d’oro. “La sua mossa vincente è stata trasformare un intero ecosistema mediatico in un esercito di yes-men. Una vasta gamma di quello che di solito è considerato l'ala centro-sinistra del giornalismo globale, come la BBC, il Financial Times, il Guardian, l'Atlantic, il New York Times, Le Monde, Der Spiegel e Al Jazeera, è finanziata da soldi della Gates Foundation”.

Per anni Gates si è anche interessato di controllo delle nascite, all’ istruzione e QI delle persone. La sua cultura sembra essersi materializzata nelle cosiddette “scuole private charter” negli Stati Uniti, una politica abbracciata da entrambi gli schieramenti politici nei primi anni 2000 e spinta in particolare dalla Silicon Valley, come "soluzione tecnica" necessaria per la piaga degli insegnanti pubblici inefficienti con posti garantiti dai sindacati. Nelle scuole di nuova creazione, sarebbero stati sostituiti da insegnanti con contratti flessibili, misurati da una serie di indicatori e premiati o puniti secondo le prestazioni. Lo stesso approccio si è imposto negli standard statali per le scuole pubbliche finanziate dal governo degli Stati Uniti, sostenuti della Gates Foundation durante gli anni del governo Obama. Così si è passati dall’istruzione ordinaria a quella descritta come "insegnare al test", trasformando la cultura generale.

La credibilità e l’immagine sono tutto per i miliardari del calibro di Gates che oggi basano buona parte del loro business su salvare il mondo, così come in passato era portare un computer in ogni casa.

Nel mondo anglosassone, ha contribuito alla disillusione verso miliardari ed establishment il mega scandalo del pedofilo e miliardario Jeffrey Epstein e la sua lunga lista di visitatori star e notabili, tra i quali proprio Gates che poi ha espresso dispiacere per il suo collegamento ad Epstein. “In una email ai colleghi ”, racconta sempre Schwab, “Gates scrisse di un evento sociale ospitato da Epstein: ‘Una donna svedese molto attraente e sua figlia (di 15 anni) si sono fermate e io sono finito per restare lì fino a tardi’".

Il pallino attuale di Gates è però l’Intelligenza Artificiale. “Quest'anno ci ha fatto intravedere come l'AI plasmerà il futuro”, ha scritto di recente sul suo blog. “Ora abbiamo una migliore comprensione delle tipologie di lavoro che l'AI sarà in grado di svolgere da sola e di quelle per le quali fungerà da assistente. Ed è ancora più evidente che può essere utilizzata per migliorare l'accesso all'istruzione, la salute mentale e altro ancora”.

Le incognite dell’Ai sono note a tutti, per gli effetti non solo antropologici sull’uomo della società dei consumi. Ma tutti questi restano epifenomeni di una società sempre più divisa tra un piccolo nucleo che ha risorse infinite e una grande massa sempre più povera e senza occasioni, anche nel mondo occidentale, alle quali si prospetta come soluzione della propria vita la logica parziale dell’Ai, fatta passare per simulacro dell’intelligenza umana e non prodotto dell’industria. Difficile che la bubbola dei miliardari filantropi potesse andare in una direzione differente.