Politica
Caso Guidi, il nodo da sciogliere è politico
Di Pietro Mancini
Donna Federica Guidi sapeva, almeno da un anno, dell’esistenza di un’inchiesta sul progetto Tempa Rossa. E da tre mesi era a conoscenza che gli accertamenti della procura di Potenza coinvolgevano il suo fidanzato, don Gianluca Gemelli. All’inizio del 2016 l’imprenditore, indagato per corruzione, aveva, infatti, ricevuto un avviso di proroga delle indagini e aveva nominato un difensore. Possibile che la ministra per lo Sviluppo economico non abbia avvisato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi?
Che non lo abbia detto ad altri colleghi di governo? Le verifiche, adesso, riguardano anche questo aspetto della vicenda, che in due giorni ha convinto l’esponente dell’esecutivo a dimettersi. I magistrati non escludono di poter interrogare la Guidi e anche la Ministra per le Riforme, donna Maria Elena Boschi, citata più volte nelle conversazioni. Anche tenendo contro che nel gennaio 2015 — proprio per tutelare il fidanzato — Guidi si sarebbe adoperata per mettere a tacere le proteste ufficiali contro la Total delle aziende concorrenti. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, incalza il premier : "Inchieste, dimissioni, arresti, fallimenti, sbarchi, bugie. "Cosa deve succedere ancora perché l'incapace premier si dimetta ?".
Ma ancora più duri, nel prendere di mira il partito di Matteo Renzi, sono i dirigenti del Movimento 5 Stelle, con il proprio leader che, sul blog, ha scritto un commento molto duro, intitolato "Tutti collusi. Tutti complici". "Il Pd agirà, in sede penale e civile, contro don Beppe Grillo per le sue dichiarazioni contro il Partito democratico", ha annunciato Francesco Bonifazi, tesoriere del partito ed ex compagno della Boschi. "Grillo è un pregiudicato - ha aggiunto il deputato-e conosce bene cosa significa essere condannati ma, evidentemente, non se lo ricorda". E ha aggiunto, con tono piccato: "Le dichiarazioni dell'ex comico ligure contro il PD hanno, decisamente, passato il segno. Adesso basta ! Abbiamo il dovere di tutelare i militanti del nostro partito. Ci vediamo in tribunale, caro pregiudicato, don Beppe Grillo ! E vedremo se aggiungerai un’altra condanna al tuo curriculum vitae !".
Ma, ben prima che giudiziario, il nodo, da sciogliere, davanti alle Camere e ai cittadini, è politico. Infatti, l'ultimo fuoco, sviluppatosi nei Palazzi (che ha bruciato la ministra Guidi e rischia di estendersi ai vicini...Boschi), è stato acceso da una telefonata, inopportuna, tra la titolare dello Sviluppo economico e il compagno, indagato per corruzione, per sollecitare l'approvazione di un emendamento "ad fidanzatum". L'esecutivo- indebolito dal caso-Guidi, che segue le dimissioni del ministro Lupi (NCD) dopo il regalone, da un costruttore, di un costoso orologio al figlio-che lo sventurato giovane, manzonianamente, accettò- deve, subito, chiarire la vicenda, al Parlamento e al Paese.
Allo scopo di diradare l'impressione di familismo, di prevalenza di influenti lobbies e di interessi personali su quelli colletttivi, di "tengo famiglia", di "Italia alle vongole" di cui scrisse, da par suo, Ennio Flaiano. Sono elementi che non contribuiscono a trasmettere un'immagine trasparente, rassicurante e neppure serena dell'esecutivo agli elettori, a poco di più di due mesi da importanti elezioni amministrative, in grandi città del Paese, come Roma, Milano, Napoli e Bologna.