Con la vittoria di Schlein cambia tutto: dentro e (fuori) il Pd
La svolta a sinistra del “nuovo” PD imporrà una chiarificazione prima di tutto al centro: in quel terzo polo che stenta a nascere
Senza tutto ciò anche le più rosee aspettative manifestate, in queste ore, con un certo superficiale entusiasmo da alcuni protagonisti di quello che fu il “cerchio magico renziano”, rischiano di non avere ragion d’essere. Anzi, tutt’altro! I riformisti del PD, qualora messi all’angolo dalla nuova dirigenza (perché si potrebbe ipotizzare -e ciò sta alla sensibilità/abilità della Schlein- anche una loro valorizzazione in seno alla nuova segreteria), saranno disposti a rischiare un cambio di casacca solo se confortati da un progetto politico vero, nuovo, forte, serio e non solo da un’illusione elettoralistica già assai ridimensionata nella recente tornata amministrativa.
Non basta! Con la vittoria del tutto inattesa di Elly Schlein tutto è destinato a cambiare anche a sinistra dove la competizione rischia di essere all’ultimo voto (sperando che non si trasformi all’ultimo sangue di piazza) sempre che non si guardi avanti e si pensi, come i potenti sostenitori DEM della neo segretaria ambiscono da tempo, ad un nuovo grande contenitore rosso-verde-giallo: ex-comunista, ex-ecologista, ex-movimentista “con un piede nel passato e lo sguardo (forse) dritto, aperto sul futuro” come qualcuno avrebbe sognato in quel di Modena.