Corbyn e Varoufakis ad Edimburgo: come far rinascere la sinistra in Europa
Sinistra, il laburista Jeremy Corbyn e il fondatore di Diem25, Yanis Varoufakis, al Festiva di Edimburgo
Il sol dell'avvenire, il socialismo democratico, se brilla negli Usa con i volti di Alexandria Ocasio-Cortez, Cynthia Nixon e Julia Salazar e sotto la spinta continua di Bernie Sanders, non si è affatto spento in Europa pur essendo in difficoltà, come propagandato, sulla scia della 'terza via' neoliberista di Tony Blair, da una certa vulgata mainstream nostrana ferma al Pd e al catto-comunismo.
A rilanciare, in vista delle importanti elezioni europee di maggio 2019, l'utopia di una nuova sinistra, a partire da quel socialismo delle origini che è nato in opposizione al capitalismo, saranno due indiscusse star della politica: il laburista Jeremy Corbyn e il fondatore di Diem25, Yanis Varoufakis, l'ex-ministro greco dell'Economia del governo di Alex Tsipras.
Per il confronto tra le due indiscusse star della politica sul tema della nascita di una nuova sinistra e sul futuro della democrazia in Europa, sulla costruzione di una Progressive International per contrastare l'establishment e l'International nazionalista, impersonata da Donald Trump negli Usa e dalle forze razziste e revanchiste in Europa, un eccezionale palcoscenico: il Festival Internazionale di Edimburgo, arrivato alla 71esima edizione.
Quest'anno dal 3 al 27 agosto a Edimburgo sono in programma ben 250 spettacoli al giorno tra inediti musical (come My Left Foot e Underdroung Railroad Game), opere liriche (La Cenerentola di Rossini e la sinfonia n.8 di Mahler) e teatrali (The Prisoner di Peter Brook), concerti rock (Grammy St.Vincent, Jhon Grant) e la tradizionale esibizione di artisti di strada.
A chiudere il Festival, che attira ogni anno migliaia e migliaia di persone, soprattutto giovani, il gran finale famoso in tutto il mondo: il Concerto con Fuochi d'artificio che - c'è da aspettarselo - saranno preceduti, una settimana prima, dal confronto Corbyn-Varoufakis, indiscussi motori culturali e politici in Europa.
La marcia d'avvicinamento tra Corbyn e Varoufakis continua e riguarda, essenzialmente, il futuro del Vecchio Continente alle prese con una crisi economico-sociale che rasenta la Grande Depressione del '29, per le crescenti devastanti diseguaglianze e il diffuso impoverimento delle persone, generati dalle politiche di austerità praticate dalla fragilissima e incompleta - solo finanziaria - Unione Europea.
Mentre Oltreoceano 'il socialismo democratico' versione Sanders - al centro le persone, diritto alla salute e all'istruzione per tutti, così come lavoro e casa - sta prendendo piede, soprattutto tra i millennial sempre più diffidenti verso il capitalismo, tanto che si parla di 'millennial socialism', in Europa la parola 'socialismo' è ancora una 'bestemmia' e lo si continua a dare per morto.
Se stenta ad affermarsi è per l'assonanza sbandierata ai quattro venti con la socialdemocrazia, questa sì morta, stante l'abitudine "a passeggiare nelle aiuole del capitalismo - ammoniva negli anni Settanta il leader della 'sinistra socialista' Riccardo Lombardi - magari per togliere erbacce e renderle così più presentabili, ma senza mai porsi il problema di modificare sostanzialmente, radicalmente, il sistema", come intendono fare i Democratic Socialists of America, o con l'incompatibile liberalismo democratico.
Il magazine inglese Jacobin titola oggi: "Un tempo per essere audaci. Il socialismo sta avendo un momento al sole. E' una opportunità per spingere una visione audace e trasformativa di ciò che può essere una società per molti, non per pochi". Che è quel che Corbyn e Momentum vogliono fare in Inghilterra (for the many, not the few), e che sotto l'incalzare di Varoufakis va estenso all'Europa con il Remain nell'Ue per lavorare insieme a un New Deal Europeo che è il progetto dell'ex-ministro greco dell'Economia, per non lasciare il Vecchio Continente nelle mani di nazionalisti, razzisti e xenofobi, delle destre reinsorgenti.