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Politica
Così Renzi è uscito di scena. Tutti gli errori del segretario Pd


Il 2016 è stato un anno importante per la politica italiana nel quale possiamo individuare alcuni avvenimenti principali.
Il primo è il referendum sull'abolizione della proroga della concessione per estrarre idrocarburi in zone entro le 12 miglia nautiche, meglio conosciuto come "No - Triv" e cioè contro le trivelle; in sé non si è trattato di un tema essenziale per la vita del Paese ma ha assunto il significato di una sorta di banco di prova del referendum sulle riforme costituzionali del 4 dicembre e quindi ad esso è idealmente collegato.
Il referendum si è tenuto il 17 aprile 2016 ed ha visto la vittoria dei favorevoli all'abrogazione con quasi l'86% dei suffragi, ma -come spesso è avvenuto in questi anni in Italia- non ha raggiunto il quorum avendo votato solo un po' più del 31% degli elettori.
Questo referendum ha un valore storico essendo stato richiesto da cinque Consigli Regionali per la per la prima volta nella storia della Repubblica.
L'importanza del referendum è che è stato, dal punto di vista politico, il primo banco di prova della minoranza del Pd contro l'allora premier Renzi e il suo governo, in primis il ministro dell'ambiente Galletti; si è capito allora che Renzi poteva correre dei rischi di compattezza nel suo stesso partito in vista del referendum con la "r" maiuscola e cioè quello di dicembre che in fatti ha perso.
La seconda milestone che si può individuare in questo anno politico stata poi quella delle amministrative a doppio turno che si sono svolte nelle principali città italiane in giugno.
Il centro - sinistra ha conquistato Milano con Sala sconfiggendo il candidato del centro - destra Parisi ma ha perso Roma, la capitale d'Italia, dove ha vinto Virginia Raggi del Movimento Cinque Stelle.
Allora la Capitale proveniva da un commissariamento (prefetto Tronca) dopo la defenestrazione di Ignazio Marino ad opera dei suoi stessi compagni di partito addirittura davanti ad un notaio.
Gli elettori hanno punito duramente il centro - sinistra mentre il centro - destra è riuscito bellamente a suicidarsi presentandosi diviso tra Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia.
Rilevante anche la vittoria del Movimento di Grillo a Torino con la sindaca Appendino.
Renzi in queste amministrative pre - estive ha subito la prima vera sconfitta politica del suo breve percorso. Dopo il mitico 40% delle Europee del 2014 ha infatti perso città importanti come Roma e Torino che governava e, fatto molto grave per la sua immagine pubblica, ha incrinato quell'aurea di invincibilità che lo aveva incoronato come "uomo nuovo" che poteva salvare l'Italia.
Da questa sconfitta si è compattato il fronte per il No al referendum costituzionale e ha permesso a Massimo D'Alema di uscire allo scoperto con critiche pesanti e manifeste al premier e suo segretario di partito.
Parimenti la vittoria a Roma ha portato i Cinque Stelle a collaudare la loro capacità di guida della città più importante d'Italia (finora con esiti disastrosi).
La conclusione della triade principale di eventi politici del 2016 è stato, poi come noto, un evento recente assolutamente dirompente e cioè l'esito negativo del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi che ha condotto alle dimissioni del governo e la riproposizione in una sola settimana di un nuovo governo a guida Gentiloni tacciato da tutti di essere una fotocopia del precedente.
L'esito e le conseguenze del voto referendario sono troppo recenti e troppo discusse per parlarne ulteriormente in maniera approfondita.
È sembrato chiaro che tale consultazione sia stata vista dall'elettorato contro Renzi piuttosto che nel merito per l'abolizione del bicameralismo perfetto; del resto lo stesso ex premier ha commesso il grave errore di auto - personalizzare l'evento in un eccesso di boyscaoutismo.
Certamente si è trattato di un segnale chiaro e netto degli elettori nei confronti di Renzi che ha avuto il torto di sottovalutare i due segnali precedenti e cioè il compattamento di una minoranza interna a partire dal referendum sulle trivelle e -soprattutto- l'esito assai negativo delle amministrative di tarda primavera.
Renzi non ha saputo o non ha voluto cogliere i segnali di difficoltà che erano emersi e si è lanciato allegramente verso la sconfitta con una strategia comunicativa guidata da Filippo Sensi e dall'ormai ex guru Usa Jim Messina assolutamente disastrosa che ha visto proprio sul web la sua sconfitta ad opera dei giovani.
Un altro evento per molti versi epocale che ha caratterizzato questo 2016 è stato poi il cosiddetto Jobs Act attuato dal governo Renzi in due tranche, marzo e dicembre 2016. La riforma prevede formalmente un contratto unico a tutele crescenti ma in pratica i detrattori si sono concentrati su alcuni aspetti negativi come l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che la Camusso e la Cgil hanno rubricato ad "offesa personale" richiedendo la ammissibilità di ben tre referendum su cui si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale l'11 gennaio 2017 (il 24 gennaio è prevista invece il giudizio sulla costituzionalità dell'Italicum).
Come accennato, un fatto rilevante della politica italiana è stato poi quello della conquista della città di Roma il 22 giugno 2016 da parte di Virginia Raggi in quanto per la prima volta il Movimento Cinque Stelle è stato messo alla guida di una grande città e Capitale d'Italia.
I primi sei mesi della sindaca sono stati contrassegnati da una serie interminabile di nomine revocate, caselle fondamentali rimaste vuote, polemiche continue su vicende professionali che potevano essere compromettenti taciute che hanno restituito alla cittadinanza la parvenza di una totale impreparazione e dilettantismo acuite dal fatto di esser estata messa "sotto tutela" da un contratto firmato con la Casaleggio e ritenuto illegale.

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renzi 2016





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