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Crosetto e i suoi segreti: "Con Meloni rapporto inscalfibile. Pascale? Voleva bene davvero a Berlusconi"

Il ministro si racconta in un'intervista al 'Corriere della Sera' che anticipa la sua autobiografia

di redazione politica

FdI, Crosetto: "Io e Giorgia Meloni? Discutiamo, ma nulla ci scalfisce"

"È vero che io e Giorgia discutiamo, a volte duramente, difendendo ognuno le sue posizioni e spesso rimanendo ciascuno con la propria idea anche dopo la fine della lite. La rottura è una sciocchezza. Nulla scalfisce il nostro rapporto, nemmeno i tanti corvi che ci provano. Sono stato il primo a scommettere sul fatto che sarebbe diventata presidente del Consiglio. Ma non ora, tredici anni fa: una con quell’abnegazione per il lavoro, con quella meticolosità nello studio, con quella severità nei confronti di sé stessa, non poteva che arrivare a un livello di eccellenza in qualsiasi campo avesse deciso di impegnarsi. Mai avuto mezzo dubbio che prima o poi sarebbe arrivata a Palazzo Chigi".

Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto, in un'intervista al 'Corriere della Sera', pubblicata anche sul sito web, nella quale spazia da temi politici a personali anticipando la sua autobiografia 'Storie di un ragazzo di provincia' in uscita per Piemme, parlando del suo rapporto con la presidente del consiglio Giorgia Meloni e rispondendo alla domanda se abbiano mai litigato sfiorando la rottura.

Quanto alle amicizie, Crosetto ricorda Edoardo Agnelli: "Lo conobbi a una festa a Torino. Diventammo amici e, in alcune giornate, condivisi le idee, la cultura e anche le inquietudini di quel ragazzo così colto, educato, cortese e così introverso da essere l’opposto del padre, l’avvocato. Non sono in possesso di una verità alternativa ma non ho mai creduto al fatto che Edoardo si sia suicidato. E non sono il solo". Poi Pietro Ferrero, la morte del quale, sottolinea, "mi addolora ancora. Abbracciando il padre Michele, nel giorno dei funerali, scoppiai in un pianto irrefrenabile".

Riguardo a Sergio Marchionne: "Lo conobbi davanti a una bistecca quando venne a Torino. Condividevamo la passione segreta per il poker online, l’unica distrazione dal lavoro che Sergio si concedeva. Mai visto uno lavorare così tanto. La sua scomparsa è stata una grave perdita per il Paese".

Su Silvio Berlusconi Crosetto afferma: "La seconda volta che lo vidi mi disse tre cose: 'Sei troppo alto, tagliati i capelli più corti ché li stai perdendo, mettiti a dieta'. Negli anni seguenti, la prima cosa che mi diceva, quando entravo da lui, era 'Guido, siediti!'".

"Il cerchio magico berlusconiano che via via ha cambiato pelle e facce mi ha spesso tenuto lontano da Arcore e da Silvio. Ma una cosa la devo ricordare - osserva Crosetto - Nell’ottobre del 2011, con lo spread alle stelle, Francesca Pascale chiese di incontrarmi in un ristorante del centro di Roma e mi raggiunse, nascosta da occhialoni neri, con Maria Rosaria Rossi. Neanche il tempo di sederci e Francesca mi pregò di insistere su Silvio perché lasciasse Palazzo Chigi: 'Guido, tu che gli vuoi bene, digli di farsi da parte. Altrimenti lo ammazzeranno'. Capii quel giorno che, al contrario di quanto pensassero in tanti, Francesca gli voleva davvero bene".