Politica
Crosetto: "Vendute armi a Kiev per 417 mln". Ma il Parlamento non lo sapeva
L'ammissione del ministro della Difesa fa infuriare le opposizioni: "Perché non avete coinvolto le Camere?". Scatta l'informativa urgente a Meloni
Armi a Kiev, l'ammissione di Crosetto fa infuriare il M5s. Il ministro svela dettagli inediti
Il governo, per la prima volta, ammette tutto. Il ministro della Difesa Crosetto, rispondendo al question time, conferma che "l'Italia ha venduto armi all'Ucraina". Spunta anche il guadagno ottenuto: 417 milioni. "La vendita di armamenti - dice Crosetto e lo riporta Il Fatto Quotidiano - è un tema totalmente estraneo alla Difesa e di competenza di un altro ministero, quello degli Affari esteri”. Ma la sostanza è che ieri alla Camera il ministro della Difesa ha ammesso che l’Italia nel 2023 ha venduto armamenti a Kiev. "La fornitura di armi a Kiev, che esercita il diritto all’autodifesa previsto dall’articolo 51 della Carta Onu, - precisa Crosetto - non è vietata dalla legge 185 del 1990. Già all’indomani dell’aggressione russa del febbraio 2022, pertanto, sono state autorizzate diverse esportazioni da parte di aziende italiane ai sensi della 185".
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Il M5s, che del tema armi ha fatto una bandiera su cui insisterà, eccome, anche in chiave Europee – insorge con Pellegrini: "Se è consentito vendere armi a un Paese in guerra per autodifesa, - riporta Il Fatto - perché è stata necessaria una deroga approvata dal Parlamento alla stessa legge per cedere a Kiev armi prese dai magazzini dell’esercito? E poi, chi paga le aziende italiane che producono queste armi? Forse l'Europa, tramite l’apposito fondo a cui l’Italia contribuisce per 250 milioni di euro l'anno?". Per avere lumi, il 5Stelle tira in ballo Giorgia Meloni: "Chiediamo un'informativa urgente alla presidente per fare chiarezza sulla vicenda".