Politica
Damilano, “il partigiano Marco” attacca Salvini con “il favore delle tenebre”
Dopo le Europee il centro-sinistra risalirà nella solita giostra del calcinculo e il centro-destra tornerà compatto
Damilano, “il partigiano Marco”, attacca Salvini con “il favore delle tenebre”
Ieri sera è andata in onda la consueta trasmissione “Il cavallo e la Torre”, condotta da Marco Damilano su Rai 3.
Ricordiamo che il giornalista romano fu salvato dall’oblio dopo aver abbandonato la direzione de l’Espresso e ricollocato su Rai 3 a presidio della libera informazione.
Ed in effetti Damilano è stato uno dei pochi che è sopravvissuto al cambio di governo e conseguente (e naturale) spoils system.
La strategia di Damilano, dobbiamo ammetterlo, è sottotraccia ma vincente, collocata com’è in un orario particolare in cui c’è la giusta visibilità ma senza strafare. La sua azione politica è però continua ed indefessa e il “partigiano Marco” sa come fare.
I suoi temi fissi, diciamo così, sono l’assoluta benevolenza sul tema dell’immigrazione incastonata nella sottile rete retorica del familiarismo rosso, per cui ci si è aiuta l’un con l’altro se attaccati.
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Ieri sera, ad esempio, ha tirato fuori dal suo cilindro cattocomunista una new entry e cioè tal Flavia Carlini che scopriamo essere nata a Napoli nel 1996.
Siccome è sconosciuta cerchiamo una sua biografia: “Appassionata di informazione, si occupa quotidianamente di temi legati alla parità, ai diritti umani, agli sviluppi sociali e politici sia nazionali che internazionali. Dell’importanza di questi temi dibatte tutti i giorni sui suoi canali social. In quanto voce indipendente, partecipa a trasmissioni televisive, podcast, Ted Talks e programmi radiofonici. Attualmente è vicepresidente dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti Fondamentali della Persona, esperimento apartitico che prevede la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine a proposte e discussioni su temi di interesse collettivo”.
Colpisce l’Intergruppo Parlamentare. Ma cos’è?
Cercando sul web si scopre che: “L'intergruppo parlamentare per i diritti fondamentali della persona è un luogo in cui i cittadini possono contribuire attivamente al dibattito politico. La nostra missione è costruire una società più equa, giusta e inclusiva attraverso gli strumenti della democrazia partecipata”. Insomma, se non siamo alla “abolizione della povertà” di Di Maio poco ci manca.
Nel merito sembra trattarsi di un gruppo paraistituzionale che non contento degli spazi democraticamente rappresentativi creati dalle libere elezioni tenta di influenzare la stesura delle leggi.
Inoltre è autrice del fondamentale libro “Noi vogliamo tutto” (ma è arrivata prima la Schlein, verrebbe da dire alla giovane e ingenua attivista).
Ma che funzione aveva ieri sera Flavia Carlini?
Serviva a dare il “la” a Damilano che sornione fingeva di intervistarla ma in realtà le stava facendo dire quello che lui voleva dire.
E quindi, utilizzando una locuzione ormai famosa, Damilano con il “favore delle tenebre” attaccava Matteo Salvini sulla vicenda di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria e mostrata in “ceppi”.
Nel frattempo oggi Fabrizio Roncone pubblica sul Corriere della Sera un veemente attacco con un titolo eloquente: “Salvini, un leader contro tutti. Graffia e provoca poi sbanda”.
L’articolo fa parte della strategia politica di cui sopra e riguarda una sorta di soccorso rosso che mira a dividere il centro-destra sfruttando le Europee.
E così verga garrulo la sua Rivelazione:
“Non dovete meravigliarvi. È arrivato il momento di scrivere che l’ossessione di Salvini ha un nome: Giorgia.”. Bene, Roncone ha trovato un titolo per un libro: “Ossessione Giorgia”. Bravo Fabrizio. Pubblicalo e magari ci tiri su pure qualche sgheo anche se sembra il titolo di un film degli anni ’70.
Poi Roncone se la prende con Roberto Vannacci, questa sì una sua vera ossessione. “Ossessione Roberto”. Vai Roncone facci un altro libro e ti ci paghi anche le vacanze a Capalbio.
Roncone prosegue la sua disamina certosina dei motivi per cui il centro-destra sta per deflagrare e li elenca con ossessività sospetta, come se si stesse ripetendo un mantra per autoconvincersi che il governo sta per cadere.
Poi se la prende con il ministro Lollobrigida, un’altra delle ossessioni viscontiane di Roncone, che chiama beffardamente “Gatto Silvestro”.
Ce ne ha anche per Elon Musk colpevole di aver guardato –magari con l’aggravante della libidine tecnologica-il plastico del Ponte sullo Stretto al ministero delle Infrastrutture. Invidia? Probabile. Roncone con gli argomenti che tira fuori giuocherà ancora con le piste delle automobiline elettriche a spazzole di rame. Bene, bravo, bis.
Ma Roncone cade nel peccato di omissione che giustamente la saggezza gesuitica della dottrina cattolica punisce ancor più degli altri.
E cioè non dice che fra pochi mesi le Europee saranno finite e il centro-destra tornerà unito mentre alla sinistra rancorosa e ronconiana non rimarrà altro che salire nella solita giostra del “calcinculo”, la stessa che fece cadere, due volte il governo Prodi e che ora stanno praticando la Schlein e Conte.