Decreto fallimenti, arriva la piattaforma telematica per l'imprenditore
Il Senato ha approvato la fiducia al dl Crisi d'impresa: il provvedimento, in scadenza il 23 ottobre, passa alla Camera
Slitta al 16 maggio 2022 l'entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa, ad eccezione delle disposizioni di cui al Titolo II della parte I concernenti le procedure di allerta e la composizione assistita della crisi innanzi all'Organismo di composizione della crisi d'impresa per le quali l'entrata in vigore è fissata al 31 dicembre 2023.
A riportare la notizia è l’agenzia Public Policy, che aggiunge anche l’arrivo della procedura di composizione negoziata della crisi, nuovo istituto volontario, cui si accede tramite una piattaforma telematica nazionale, che offre all’imprenditore l’affiancamento di un esperto terzo e indipendente per agevolare, in maniera riservata, le trattative con i creditori.
Il provvedimento prevede l’istituzione di una piattaforma telematica nazionale ai fini l’accesso alla composizione negoziata e detta le norme volte alla individuazione dell’esperto che viene incaricato di trovare uno sbocco alla situazione di squilibrio. La piattaforma - come stabilito dalle commissioni - è gestita dal sistema delle Camere di commercio per il tramite di Unioncamere, sotto la vigilanza del ministero della Giustizia e del ministero dello Sviluppo economico.
Per gli organi di controllo, poi, la norma prevede, nello specifico, che le società a responsabilità limitata e le società cooperative provvedano a nominare gli organi di controllo o il revisore e, se necessario, ad uniformare l'atto costitutivo e lo statuto entro la data di approvazione dei bilanci relativi all'esercizio 2022 (e non più 2021 come a legislazione vigente).
Albo degli esperti
Potranno, inoltre, continua Public Policy, essere inseriti nell'elenco degli esperti che potranno essere chiamati a risolvere la crisi gli iscritti da almeno cinque anni all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili; gli iscritti da almeno cinque anni all’albo degli avvocati che documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa; gli iscritti da almeno cinque anni all’albo dei consulenti del lavoro che documentano di avere concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati o di accordi sottostanti a piani attestati o di avere concorso alla presentazione di concordati con continuità aziendale omologati.
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