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A volte ritornano: Di Maio inviato UE nel golfo? Bruxelles-Draghi vogliono "punire" la Meloni per i migranti?

Di Giuseppe Vatinno

Di Maio inviato nel golfo e il ruolo del commissario per gli affari economici Ue, Paolo Gentiloni

Di Maio potrebbe essere nominato inviato Speciale dell’Unione Europea per la Regione del Golfo Persico

A volte (purtroppo) ritornano. Così si potrebbe dire parafrasando il titolo di un noto film dell’orrore. La notizia è di quelle che ti saresti aspettato nella Prima Repubblica, quando nomine, nominucce, e strapuntini compensatori erano all’ordine del giorno. Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, potrebbe essere nominato inviato Speciale dell’Unione Europea per la Regione del Golfo Persico. Infatti è entrato in una “short list” insieme al greco Dimitris Avramopoulos (ex ministro ed ex commissario europeo), al cipriota Markos Kiprianou (ex ministro degli Esteri) e ad un ex ministro degli esteri slovacco.

La candidatura dell’ex M5S sarebbe la più plausibile perché l’Italia è il Paese più grande dei quattro. Ricordiamo che Di Maio non è stato rieletto in Parlamento e neppure è più nei Cinque Stelle, dopo esserne rovinosamente fuoriuscito con un gruppetto di parlamentari che credevano, insieme a lui, di farsi così qualche mese in più di legislatura, con relativo sontuoso stipendio. Alla fine della vicenda l’unico che realizzò i suoi desiderata fu lo scaltro Bruno Tabacci che sfruttò l’ingenuità del giovane partner per restare, dopo decenni, ancora in Parlamento.

A quel punto per il povero Giggino si era palesato lo spettro di tornare al San Paolo (ora stadio Maradona) di Napoli a vendere le bibite come faceva prima di essere stato toccato dalla magica bacchetta di Fata Populina, la santa patrona dei populisti. Ma ora la notizia di un suo possibile incarico - che per lui, senza lavoro, sarebbe una sorta di “reddito di cittadinanza europeo”- riapre i giochi e ci permette di fare qualche considerazione.Se questa nomina prestigiosa andrà in porto sarà il compenso per aver tentato inutilmente di “salvare” il governo Draghi, quando Di Maio, appunto, con il suo gruppetto di illusi fondò una cosa tipicamente italiana, Impegno Civico, un partito inesistente ma solo formale che aveva il compito di far mantenere la cadrega al giovane napoletano. Poi sappiamo tutti come è andata finire con una solenne gengivata elettorale e numeri da prefisso telefonico.

Di Maio inviato UE nel golfo? Bruxelles-Draghi e Gentoloni...

A questo punto la vicenda diventa però interessante. Il Nostro sparì subito dopo da tutti i social e di lui si persero le tracce. Assodato comunque che i veri motivi per cui Draghi ha finto di essere sfiduciato, infatti è stata una sua decisione precisa, perché i numeri per governare c’erano in abbondanza, non sono ancora noti, la notizia del Di Maio “sceicco di Bruxelles” non ha solo l’ovvia interpretazione di un moto di umana gratitudine che l’ex banchiere centrale ha avuto nei confronti di chi ha tentato, sia pur goffamente, di aiutarlo, ma anche di uno sgarbo a Giorgia Meloni, suo successore a Palazzo Chigi.

Infatti, la vicenda sembra voler dire, “guarda cara Giorgia che a Bruxelles comandiamo ancora noi” e per “noi” intendiamo la cricca plutocratica, con asse Francia – Germania, con cui la Meloni stessa si è scontrata già diverse volte in questi primi tempi di governo.E non è da escludere che il “messaggio” recapitato ieri al governo abbia a che fare con la vicenda delle navi dei migranti e le conseguenti note tensioni tra Roma e Parigi.

A questo punto il mandante non sarebbe neppure Draghi ma direttamente i vertici UE e chissà che il “gatto mammone” Paolo Gentiloni, commissario per gli affari economici, non ne sappia qualcosa.