Politica

Giustizia, Di Pietro stronca l'Anm: "Lo sciopero? Incomprensibile e improprio costituzionalmente"

"Se fossi ancora un magistrato farei come il 2 novembre 1991..."- Intervista

Di Alberto Maggi

"Non ritengo giustificabile che un potere dello Stato scioperi contro un altro potere dello Stato"

"Farei esattamente quello che ho fatto il 2 novembre 1991, quando non ho scioperato e sulla porta del mio ufficio a Milano, lasciata aperta, ho scritto un biglietto: 'In questo ufficio oggi non si sciopera e chi ha bisogno può entrare'". Con queste parole Antonio Di Pietro, ex pm di Mani Pulite, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se oggi, nel caso in cui fosse ancora un magistrato, aderirebbe allo sciopero indetto dall'Associazione Nazionale Magistrati (ANM).

"L'agitazione di oggi dell'ANM non la considero né eccessiva né contro il governo, ma semplicemente incomprensibile", spiega l'ex ministro ed ex leader dell'Italia dei Valori. Lo sciopero si fa quando c'è una parte debole contro una forte, come ad esempio lavoratori che rischiano il licenziamento. Ma in questo caso siamo di fronte a poteri dello Stato che hanno tutte le sedi per confrontarsi, che non sono la piazza, ma le commissioni Giustizia in Parlamento, il Csm e poi c'è il Capo dello Stato che coordina tutto".

"Non ritengo giustificabile che un potere dello Stato scioperi contro un altro potere dello Stato. Che cosa facciamo un domani? Il Parlamento sciopera contro il governo o viceversa? Ci hanno insegnato a scuola la separazione dei poteri e tutti la conoscono: legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo sciopero di oggi, e la mia non vuole essere una critica, è incomprensibile e improprio costituzionalmente per il ruolo stesso che hanno i magistrati", conclude Di Pietro.


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