Politica

Draghi rischia di dividere i 5 Stelle. No di Dibba. "Lo voti l'establishment"

I gruppi parlamentari pentastellati sono in fermento

Cresce la tensione nel M5S. Prima con lo schieramento anti-Renzi che si è opposto a una possibile riapertura al leader Iv nella maggioranza dopo le dimissioni di Conte. Ora su Mario Draghi i gruppi pentastellati rischiano di spaccarsi. La scelta del capo politico Vito Crimi di chiudere a un eventuale governo presieduto dall'ex numero uno della Bce, a molti non è piaciuta. "È il momento di pensare al Paese, la linea di Crimi non è condivisa. Non escludiamo la spaccatura. Oggi ci sarà una resa dei conti in assemblea", riferisocno alcune fonti.

Governo: Di Battista, no a Draghi. Lo voti l'establishment - "Un banchiere. Competente, ma pur sempre un banchiere. Ognuno avra' la sua opinione su Mario Draghi. La mia e' molto negativa. Di lui si dicono le stesse cose che dissero di Monti quando venne incaricato da Napolitano. Credibile, preparato, inserito negli ambienti giusti. Di lui si dice che abbia "salvato l'Italia". Sciocchezze. Ha salvato l'euro-zona". Lo scrive nel suo editoriale sul giornale online Tpi.it. Alessandro Di Battista. "Quel che penso adesso e' che il governo Draghi lo debbano votare, semmai, proprio i rappresentanti di quell'establishment. Lo voti la Meloni che ha gia' detto si', in passato, a governi tecnici e a leggi Fornero. Lo voti mezzo PD che ha lavorato incessantemente per buttare giu' Conte ed arrivare a questo punto. Lo voti Salvini, ennesimo pezzo di arredamento del "sistema" mascherato da amico del popolo. Lo voti Renzi, mero esecutore di ordini altrui. Lo voti Forza Italia, dove non comanda piu' Berlusconi ma dove comanda ancora Gianni Letta, artefice dell'operazione Carelli", osserva.