CasaPound scagionata davanti all'Antimafia. Di Stefano: Mai rapporti coi clan
Simone Di Stefano di CasaPound rivela in TV: "Dopo due mesi di gogna mediatica, le indagini confermano la nostra estraneità a fenomeni di tipo mafioso"
CasaPound in festa. "La commissione parlamentare Antimafia si è riunita su richiesta di CPI e le più alte cariche dello Stato hanno confermato alla Presidente Rosy Bindi che non esiste alcun tipo di rapporto tra il nostro movimento e i clan malavitosi" questa la dichiarazione di Simone Di Stefano, segretario nazionale di CasaPound e candidato premier, resa a Canale Italia 53 durante una diretta televisiva, riscontrabile in questo video.
La rivelazione esplosiva arriva dopo due mesi di gogna mediatica e di processi improvvisati contro CasaPound, accusata di avere rapporti con i clan malavitosi, in primis quello che farebbe capo alla famiglia Spada di Ostia.
CasaPound, dunque, scagionata dalle accuse di collusione con la mafia, si appresta ad affrontare le ultime settimane di campagna elettorale con un pesante fardello in meno e con uno slancio tutto nuovo che potrebbe decisamente portarli in Parlamento con lo stesso Di Stefano, e in Regione Lazio con il candidato Governatore Mauro Antonini.
Riceviamo e pubblichiamo
Gentile direttore,
Le segnalo che la notizia, “CasaPound scagionata davanti all’Antimafia”, pubblicata sul vostro sito, risulta priva di fondamento.
Nel corso della missione a Ostia, il 5 dicembre 2017, la Commissione parlamentare Antimafia ha verificato che dagli accertamenti ancora in corso non erano emersi dati che potessero, al momento, confermare ma neppure escludere rapporti di scambio politico elettorale tra il clan mafioso degli Spada ed esponenti locali di CasaPound.
Inoltre, la Commissione parlamentare d’inchiesta non si è mai riunita “su richiesta” di CasaPound Italia come sembra sostenere Simone Di Stefano nell’articolo.
Chiara Rinaldini
Ufficio stampa Commissione parlamentare Antimafia
Roma, 29 gennaio 2018