Politica
Elezioni 2018 torna Cécile Kyenge. Africa è il futuro dell’Europa. Il Pd trema
Per Cécile Kyenge il nostro futuro è l'Africa e organizza la “settimana contro l’afrofobia”, come se in Italia e in Europa vi fosse la segregazione razziale
ELEZIONI 2018. TORNA CECILE KYENGE: L’AFRICA È IL FUTURO DELL’EUROPA
“Mi chiedete se l’Africa è il futuro dell’Europa? Vi rispondo di sì”. Parola di Cecile Kyenge, l'ex ministro all'integrazione Pd di origini congolese che lo ha dichiarato all'agenzia di stampa Dire, in occasione del convegno organizzato il 19 gennaio scorso a Roma dalla rete associativa Redani sulla diaspora africana nera in Italia.
Solo perché confinanti non è detto che automaticamente sia l'Africa il nostro futuro. Potrebbe esserlo anche l'Asia e la Russia in particolare. Chissà, ipotesi per ipotesi. O questa breve fase storica deve condizionare il resto dei nostri anni e la capacità degli Stati e della politica non può determinare cambiamenti di sorta? Ma forse le ragioni dell'ex ministro albergano nelle politiche di pianificazione dell'Europa che sembra far di tutto per rendere fuori controllo l'immigrazione proveniente dal continente nero. Forse, alimentando ad arte un fenomeno che si fa diventare irrimediabile.
Nel convegno l'associazione Redani ha affrontato il tema del rapporto tra Africa e Europa. Ma l'ex ministro continua: “A giugno organizzerò una settimana sull’afrofobia al Parlamento europeo per ragionare sul problema del razzismo nell’Unione e promuovere un’immagine nuova e corretta degli africani”. Quasi che in Europa e in Italia vi siano la segregazione razziale, simile a quella degli anni '60 negli Usa. Poi Kyenge fa un riferimento alla frase infelice del candidato del centro destra a governatore della Lombardia Attilio Fontana. “Fontana non è stato il primo a parlare di ‘razza bianca’, lo ha preceduto tempo fa una deputata del Front nationale di Marine Le Pen”. Ma lo stesso tema affrontato con le parole del romanziere francese Michel Houellebecq, autore del best seller “Sottomissione”, in cui si racconta della civiltà occidentale sopraffatta da una cultura tradizionalista e patriarcale proveniente dall'Africa, sembra tutt'altro che irrilevante per le masse europee.
ELEZIONI 2018. TORNA L'EX MINISTRO DEL PD CECILE KYENGE: L’AFRICA...
Kashetu Kyenge, detta Cécile, è stata eletta nel 2014 al Parlamento Europeo e precedentemente nominata ministro del Pd nel governo di Enrico Letta.
E' nata nell'ex Congo belga (oggi Repubblica democratica del Congo) quattro anni dopo la decolonizzazione, nel 1964. Il padre, funzionario statale e capo villaggio, era cattolico ma anche poligamo. Ebbe quattro mogli e trentanove figli. Tra loro Kashetu, che, finite le scuole superiori, ricevette dal vescovo della sua città la promessa di una borsa di studio per frequentare Medicina all'Università Cattolica di Roma. Dopo la laurea, Kashetu si stabilì in Emilia specializzandosi in oftalmologia all'Università di Modena, finendo tra le fila del Ds e poi del Pd, entrando nella corrente dell'ex ministro Livia Turco che dal semianonimato l'ha imposta a Letta, addirittura quale ministro. Dal nulla Kashetu Cécile Kyenge è diventata presto un'intoccabile. Kyenge non è nuova ad uscite che hanno fatto discutere, simili a questa sull' “Africa come futuro dell'Europa”. Dall'Italia quale “Paese meticcio" alla modifica dei termini “madre” e “padre” con “genitore 1” e “genitore 2”, fino all'“affermative action” per garantire nella pubblica amministrazione posti di lavoro sicuri agli immigrati: il posto fisso per etnia. Continuamente attaccata per le sue idee discutibili ben presto la stella africana viene mandata dal Pd al Parlamento europeo, dove non può influire sulle dispute politiche italiane, cioè influenzando negativamente il consenso del Pd. Ora, a ridosso delle lezioni ricompare facendo tremare il partito di Matteo Renzi.
Prima che tutto questo avvenisse fu degna di nota la vicenda riguardante lo scomparso politologo, apprezzato in tutto il mondo, Giovanni Sartori, collaboratore da prima pagina del Corriere della Sera. Indispettito dalla Kyenge sull'Italia come “Paese meticcio”, scrisse per il giornale un articolo al fulmicotone. “Se lo Stato italiano le dà i soldi si compri un dizionarietto, e scoprirà che meticcio significa persona nata da genitore di razze (etnie) diverse. Per esempio il Brasile è un Paese molto meticcio. Ma l'Italia proprio no”, scrisse il politologo. E poi: “Cosa c'entra l'integrazione con le competenze di un'oculista? A chi deve la sua immeritata posizione la nostra brava Kyenge?”. Ma Sartori che si aspettava l'articolo in prima pagina, come al solito, se lo ritrovò relegato nell'invisibilità di pagina 28. Una decapitazione in ossequio al politicamente corretto. Sartori si infuriò: “Potrei lasciare il Corriere”. Chissà cosa avrebbe pensato dell'ultima uscita della Kyenge!