Politica

Elezioni, Centrodestra ancora in alto mare. Salta il vertice tra i leader

Di Alberto Maggi

Elezioni comunali, nel Centrodestra i nodi restano gli stessi di sette giorni fa

Ci risiamo. Proprio come per le Regionali dello scorso, con l'infinito balletto Fitto sì-Fitto no in Puglia, il Centrodestra è ancora in alto mare sulle candidature per le elezioni comunali del prossimo ottobre. Mercoledì scorso si è tenuto il tavolo di secondo livello, quello con i rappresentati degli enti locali dei partiti della coalizione, in sostanza i colonnelli di Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e delle forze minori, con la promessa che questa settimana, mercoledì 19 maggio, ci sarebbe stato il vertice probabilmente decisivo tra i leader nazionali. E invece niente da fare.

Domani a Roma, negli uffici della Camera nel pomeriggio, ci sarà un altro summit di secondo livello che registrerà gli accordi (e i problemi) arrivati dai coordinatori regionali sulle città minori (come ad esempio Varese, Savona, Grosseto e Caserta) cercando di trovare una sintesi. Ma è ancora tutto in alto mare sulle cinque grandi città chiamate al voto: Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. In una settimana non è stato fatto alcun passo in avanti, al di là delle solite dichiarazioni di principio e dei soliti buoni propositi. In teoria sarebbe dovuto esserci il vertice tra i leader giovedì 20 maggio ma al momento, come spiegano fonti qualificate del Centrodestra ad Affaritaliani.it, non è confermato e non è in realtà nemmeno in programma.

I nodi sono sempre gli stessi. A Roma Tajani e Salvini sperano ancora di convincere Guido Bertolaso, ma l'ex capo della Protezione Civile e uomo dei vaccini per la Regione Lombardia continua a dire di no.  Eloquenti le parole di oggi di Meloni: “Che Bertolaso non accetterà ancora non è notizia. Ci siamo inviati dei messaggi negli ultimi giorni, gira questa voce ma formalmente non ha ancora declinato. Se dovesse declinare, io penso che ci si debba vedere. Sto chiedendo da diverso tempo, confido che Salvini convochi un tavolo nei prossimi giorni e trovo che sia molto più intelligente fare quel tipo di dibattito lì, piuttosto che via media”.

A Milano, dopo il rifiuto definitivo di Gabriele Albertini, si fatica a trovare un candidato da contrapporre a Giuseppe Sala. E anche se Forza Italia spinge per Maurizio Lupi, FdI e Carroccio frenano su un nome politico per non rompere lo schema di candidati manager e della società civile nelle grandi città. Un ok a Lupi, leader del partito più piccolo del Centrodestra, provocherebbe un terremoto con la richiesta anche da parte delle altre forze di piazzare i loro uomini (o donne).

Catello Maresca a Napoli e Paolo Damilano a Torino restano i favoriti per la corsa al ruolo di primo cittadino, ma fino a quando non ci sarà l'ok definitivo su tutte le cinque grandi metropoli anche il loro nome non è ufficiale. Anzi, è ancora a rischio, spiegano sia da FdI che dalla Lega. Non parliamo poi di Bologna dove in una settimana il Centrodestra non ha fatto nemmeno un passo in avanti e resta lontanissimo dall'individuazione di una candidatura unitaria. Insomma, non c'è pace per Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Quando si tratta di trovare la sintesi la coalizione arranca e rischia di implodere. Al di là delle dichiarazioni e dalle promesse di unità buone solo per i militanti.