Politica

Elezioni regionali Puglia, per il governo la nuova Emilia? E per il M5S...

di Vincenzo Caccioppoli

 

Mentre si avvicinano le importanti elezioni regionali di Settembre, si intensificano le manovre di palazzo per serrare le file e cercare di essere pronti alla importante contesa elettorale. Ma mentre il centrodestra pare compatto nel sostenere i propri candidati comuni, nel centrosinistra continua la lotta nella maggioranza, per cercare difficili accordi elettorali nelle Regioni chiamate al voto. Ma per ora la situazione rimane ancora piuttosto difficile, come visto dalla recente sconfessione di Di Maio al candidato comune Ferruccio Sansa in Liguria. Ma se in Campania la situazione appare ormai delineata con quella che appare una quasi scontata conferma dello “sceriffo” De Luca, e appunto in Liguria si prevede una altrettanto scontata conferma di Toti alla guida delle Regione, nelle altre Regioni, sopratutto Toscana e Puglia, la situazione appare sicuramente maggiormente in bilico.

Ma se in Toscana il centrosinistra, a parte i soliti cinque stelle, appare piuttosto compatto sulla figura del presidente del consiglio uscente Eugenio Giani, che potrebbe portare la coalizione alla vittoria ( anche se la candidata della Lega l’eurodeputata Susanna Ceccardi è vista in grande recupero), in Puglia la situazione è in alto mare, e non è un caso se lo stesso premier Giuseppe Conte, al di là del legame affettivo con la sua terra di origine, stia facendo da giorni pressing sui cinque stelle affinché si possa arrivare ad un accordo elettorale sul nome di Emiliano.

La Puglia, infatti, può rappresentare quello che l’Emilia Romagna fu nelle scorse regionali di Gennaio. Perdere la regione del premier, infatti, dopo quindici anni di governo del centrosinistra, significherebbe probabilmente certificare una disfatta della maggioranza di governo ed accrescere le tensioni anche a livello centrale. Lo stesso Salvini, che sicuramente con tutti i difetti che gli si addebitano, non si può certo definire uno sprovveduto dal punto di vista della tattica politica, ha capito l’importanza di essere uniti lì, e dopo un lunga tira e molla, ha acconsentito alla candidatura di Raffaele Fitto, fortissimamente voluta da Fratelli di Italia.

Il presidente uscente del Pd, invece, che è sicuramente un nome troppo divisivo, anche per i renziani e per il partitino di Calenda, paga forse la sua troppa voglia di presenzialismo e di accentramento dei poteri su di sé che ha dimostrato in questi cinque anni di governo, e la cosa sta sicuramente pagando ora che bisognerebbe trovare una quadra. La sua posizione appare sempre più  debole e in affanno contro il suo principale rivale, Raffaele Fitto,  che ha cominciato la sua campagna politica evidenziando i tanti, troppi errori commessi dalla Regione, proprio sulla gestione di sanità ed agricoltura, che vengono contestati al governatore anche dai cinque stelle, “ caso” voglia che sia di sanità che di agricoltura assessore ad interim sia proprio il presidente Emiliano.

Ma la speranza è l’ultima a morire e malgrado tutti i problemi che ha, alla vigilia di un delicatissimo e difficilissimo Consiglio Europeo sul Recovery Fund, Giuseppe Conte ha comunque avuto il tempo e la voglia di preoccuparsi della sua Regione incaricando il suo ministro per gli affari regionali Boccia di provare in tutti i modi ad arrivare ad una accordo. Secondo i soliti bene informati, lo stesso premier, come mezzo Pd, non vedeva di buon occhio Emiliano come candidato, ma avrebbe preferito magari una candidatura del sindaco di Bari, Antonio De Caro, che però da subito ha negato una sua disponibilità a mettersi contro Emiliano.

Ed ora la sua unica speranza è quella di riuscire ad arrivare ad un accordo in extremis, perché secondo molti la tenuta della Puglia viene considerata fondamentale anche per blindare Palazzo Chigi, proprio come l’Emilia veniva ritenuta importantissima per la tenuta della fragile maggioranza di governo a Gennaio. I sondaggi per quello che possono contare, vedono un  testa a testa fra i due candidati, con un leggero vantaggio per Fitto, che però potrebbe sicuramente approfittare dal mancato accordo fra pd e cinque stelle, considerando che il movimento proprio in Puglia può ancora contare su uno zoccolo duro di elettori. Ma sempre secondo i bene informati ci sarebbe anche qualcosa di più, perché proprio sulla Puglia si starebbe giocando l’ennesima sfida , per ora sottotraccia, fra il premier e Di Maio per il controllo sul movimento 5 stelle. Pare infatti ormai assodato che, malgrado le dichiarazioni di facciata, fra i due i rapporti sia siano raffreddati di molto, per usare un eufemismo.

La Puglia è allora fondamentale non solo per la tenuta della maggioranza a Roma, ma anche forse per sistemare le troppe lotte intestine che stanno da tempo lacerando i 5s al suo interno. Il rischio che però salti il banco con tutto quello che ne consegue è alto ed arrivare ad un compromesso non pare cosa certo facile, anche perché se si guarda al caso dell’ultima volta in cui si è giunti ad un accordo all’ultimo momento, in Umbria, il risultato non è stato certo incoraggiante. Mentre proprio in Emilia la vittoria fu netta anche senza accordo fra pd e cinque stelle, a parte il ruolo delle sardine, proprio a causa della figura del presidente uscente, quel Stefano Bonaccini, che era ed è un esempio di buon governo regionale. Purtroppo la stessa cosa non si può dire per la presidenza di Emiliano, che proprio su sanità ed agricoltura è stata sicuramente deficitaria se non fallimentare, come nel caso dei tempi dei tamponi o del rapporto fra decessi e contagiati fra i peggiori del paese, o ancora sulla vicenda dei Piani di sviluppo rurale e dei 100 milioni di euro di fondi agricoli che la regione rischia, per propri errori e carenze, di dover  restituire a fine anno o della xylella che continua inesorabile la sua avanzata. Conte proverà fino all’ultimo di arrivare ad una qualche forma di intesa, che forse è l’unica possibilità di strappare una riconferma per un candidato come Emiliano, che paradossalmente proprio nella campagna elettorale del 2015, fu il primo all’interno del Pd,  ad aprire ad una possibile intesa con i cinque stelle, con l’offerta di tre assessorati, cosa che fece storcere il naso e non poco ai vertici Pd, non solo pugliesi. Ma ora come allora il movimento sembra arroccato, forse per motivi differenti rispetto a cinque anni fa, sulle sue posizioni di chiusura verso  il presidente. Chi invece pare aver cambiato idea rispetto al passato, forse è proprio il Pd, che dopo avere formato il governo con i cinque stelle, punta ad allargare l’alleanza anche a livello regionale.

Ma la Puglia è importante anche perché si tratta  della Regione forse maggiormente vicina alla parte del movimento più “barricadera” capeggiata dalla ex ministro Lezzi, vicina ad Alessandro Di Battista, che da tempo con il dente avvelenato contro Di Maio e Conte per la sua estromissione da incarichi di potere nel Conte 2, non si può dire certo favorevole ad un accordo che farebbe il gioco di Conte, ma forse anche dello stesso Di Maio, e da tempo si dice stia lavorando sottotraccia, affinché qualsiasi ipotesi di intesa possa naufragare. E stando così le cose, difficile non prevedere allora una vittoria di Fitto, che da navigato politico qual’è e da profondo conoscitore della realtà pugliese, potrebbe avere gioco facile ad utilizzare queste divisioni all‘interno del centrosinistra, per conquistare quello che può essere definito come una sorta di “swing state” all’italiana.

vcaccioppoli@gmail.com