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Politica
Elezioni, Renzi sotto attacco nel Pd. Primo siluro al leader da Franceschini


"Ora c'è una legge elettorale con collegi a turno unico che impone una coalizione. La destra l'ha già, noi dobbiamo (ri)costruirla in fretta". Passa un'ora dall'ok definitivo del Senato al Rosatellum 2.0 e arriva puntuale il primo siluro attraverso Twitter di Dario Franceschini a Matteo Renzi. Un siluro condiviso dalla minoranza dem guidata da Andrea Orlando.

Ora è ufficiale, il Pd dice addio alla vocazione maggioritaria di veltroniana memoria e all'expolit del 40% alle Europee del 2014. L'ex premier sarà costretto a trattare. Volente o nolente. C'è una data oltre la quale Renzi non potrà più fare lo "schizzinoso", per usare le parole di un deputato dem di minoranza, ed è il 5 novembre. Le elezioni regionali siciliane saranno uno spartiacque per l'intera politica italiana e soprattutto per le future scelta della classe dirigente del Pd.

Se Fabrizio Micari, candidato renziano appoggiato da Alternativa Popolare, dovesse davvero fermarsi sotto il 20%, se non al 15, magari avvicinato dalla sinistra guidata da Claudio Fava, l'ex presidente del Consiglio "dovrà abbassare le pretese" e dal 6 novembre "cambierà tutto". Il siluro di oggi di Franceschini è solo l'inizio della battaglia che si scatenerà al Nazareno per costringere il segretario a mettere in piedi un'alleanza elettorale in tempi rapidi per le Politiche.

Il nodo, ovviamente, è quello delle primarie di coalizione. Renzi non le vuole e dice che il candidato premier è lui, ma i suoi eventuali compagni di viaggio, compresa una fetta dello stesso Pd, non è d'accordo. E più la Sicilia punirà i dem e più il segretario dovrà accettare compromessi, anche dolorosi. Oltre a Giuliano Pisapia e a Campo Progressista, sempre che l'ex sindaco di Milano non decida di fare un passo indietro, insieme al Pd dovrebbero esserci sicuramente i Verdi e la neo-nata Forza Europa di Benedetto Della Vedova, Emma Bonino e gli ex Scelta Civica.

Ma la vera polpa è la sinistra. In molti nel Pd cercheranno di recuperare il dialogo con Articolo 1, nonostante l'uscita dalla maggioranza seguita alla fiducia sul Rosatellum 2.0, ma i bersaniani sono i primi a chiedere le primarie di coalizione e mettere insieme Renzi e D'Alema è per molti una mission impossible. L'altra carta da giocare è Alternativa Popolare.

Alfano e Lupi hanno sempre detto che intendono correre da soli alle prossime elezioni, ma in politica "mai dire mai" - spiegano dal Nazareno. Una cosa è certa: tenere insieme bersaniani e alfaniani è impossibile e quindi il segretario dovrà scegliere gli uni o gli altri. Comunque vada la coalizione non sarà ampia come quella del Centrodestra, sempre che Berlusconi Salvini e la Meloni trovino l'intesa, e inevitabilmente perderà un pezzo. O a sinistra o al centro.

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