Politica

Elezioni Sicilia sondaggi Centrodestra vola (?), M5S e Pd: ultimi sentiment

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Regionali Sicilia 2017: Centrodestra super-favorito

Elezioni regionali Sicilia 2017, ci siamo. Dopo una lunga campagna elettorale 4 milioni e mezzo di cittadini sono chiamati alle urne per un test elettorale molto importante soprattutto in vista delle elezioni politiche del 2018. Su Affaritaliani.it gli ultimissimi sentiment che circolano nelle sedi dei partiti sui candidati alla carica di Governatore e sulle singole liste.

CANDIDATI GOVERNATORE

- Nello Musemeci continua ad essere ottimista anche la cautela è d'obbligo nel Centrodestra. La convinzione forte è quella di arrivare al primo posto battendo i 5 Stelle di qualche punto. Anche se qualcuno, soprattutto in Forza Italia, punta addirittura ad un ampio successo con il 40% o perfino oltre.

- Giancarlo Cancelleri spera nella rimonta finale su Musumeci ma l'impressione è quella di ottenere un discreto secondo posto. I grillini sperano di fare almeno il 30%. Sotto questa quota sarebbe certamente un risultato deludente.

- Per Fabrizio Micari le cose si mettono male. Nel Pd c'è praticamente la certezza che il risultato sarà deludente. E qualcuno parla perfino di una storica debacle. Il vero timore è quello di non andare oltre il 15% con l'ansia di finire addirittura al quarto posto.

- Claudio Fava è abbastanza ottimista e punta a superare il 10% con il sogno di Articolo 1-Mdp di sconfiggere Micari arrivando al terzo posto (difficile ma non impossibile).

- Roberto La Rosa, candidato governatore del movimento indipendentista 'Siciliani Liberi', punta a conquistare una rappresentanza nell'Assemblea regionale e spera di raggiungere il 5%.

PARTITI E LISTE

- Forza Italia solo moderatamente ottimista, nonostante l'impegno in prima persona di Silvio Berlusconi. Obiettivo almeno il 15%. Ma il timore è quello di non vedere l'expolit che rilancerebbe il partito in vista delle Politiche.

- Diventerà Bellissima, la lista personale di Musumeci, punta a superare ampiamente il 10% e sogna di risultare la prima forza della coalizione battendo Forza Italia.

- Udc convinta di fare il 5% ed entrare nell'Assemblea Regionale per poi diventare il punto di partenza, soprattutto al Sud, per 'quarta gamba' del Centrodestra alle elezioni politiche.

- La Lista unitaria Fratelli d'Italia-NoiconSalvini è la vera incognita di queste elezioni. Se non fa il 5%, visto l'impegno di Meloni e Salvini in Sicilia nell'ultima settimana di campagna elettorale, è un flop clamoroso. Se raggiunge o supera il 10% è un trionfo. Gli ultimi tam tam a destra prevedono un 6-8%, comunque soddisfacente.

- Nel Partito Democratico la preoccupazione è altissima, tant'è che Matte Renzi, fiutando la sconfitta pesante, è volato negli Stati Uniti abbandonando di fatto Fabrizio Micari (con molte polemiche). L'ex premier cerca di smarcarsi dal voto regionale sperando così di non essere travolto dai risultati. La paura è quella di un dato vicino al 10% come lista Pd che sarebbe un pessimo segnale in vista delle Politiche.

- Alternativa Popolare di Angelino Alfano è lontana dai fasti del passato in Sicilia e ha come obiettivo il 5%. La vera paura è quella di finire dietro la lista Fratelli d'Italia-NoicSalvini.

- Il Movimento 5 Stelle è sicuro al 100% di essere il primo partito dell'Isola, vista la frammentazione nel Centrodestra. Il dato dovrebbe essere molto simile a quello di Cancelleri sperando almeno nel 30%.

- La lista Cento passi per la Sicilia-Fava Presidnte (Articolo 1 e altri) punta a superare il 10%, come il candidato Governatore, e sogna il clamoroso sorpasso sul Partito Democratico.
 

elezioni sicilia scheda
La scheda elettorale per le elezioni regionali in Sicilia

 

Sicilia al voto, alle urne quattro milioni e mezzo di cittadini

Domenica la Sicilia è chiamata a scegliere il suo 31esimo presidente della Regione, la quarta volta da quando l'elezione è diretta. Al voto andranno circa 4 milioni e mezzo di cittadini che si recheranno alle urne dalle 8 alle 22 di domenica. Lo scrutinio avrà invece inizio a partire dalle 8 del giorno successivo, lunedì 6 novembre. Vengono eletti contestualmente il presidente della Regione e i componenti dell'Assemblea regionale. Questi ultimi successivamente voteranno per l'elezione del presidente del Parlamento siciliano. Si tratta della prima elezione con l'applicazione della legge costituzionale n. 3 del 2013 che ha Fatto scendere a 70 il numero dei deputati regionali (prima erano 90), che resteranno in carica per 5 anni. Lo svolgimento delle elezioni è disciplinato dalla legge regionale 20 marzo 1951, "Elezione dei Deputati all'Assemblea regionale siciliana". Il collegio elettorale per l'elezione del presidente della Regione coincide con l'intero territorio regionale; per l'elezione dei componenti dell'Assemblea, invece, il territorio della Regione è diviso in un numero di circoscrizioni pari al numero delle province regionali. Candidato presidente e candidato parlamentare regionale vengono indicati all'interno della stessa scheda sulla quale l'elettore può esprimere due voti: uno per la lista regionale e uno per la lista provinciale.

E' previsto il "voto disgiunto", con l'elettore che può votare una lista regionale e una lista provinciale non collegate fra loro. Nel caso in cui si ometta di votare per una lista regionale, il voto espresso per una lista provinciale va a favore della lista regionale che risulta collegata con la lista provinciale votata. E' proclamato presidente della Regione il capolista della lista regionale che ottiene il maggior numero di voti validi. Per quanto riguarda l'Assemblea regionale, la ripartizione dei seggi avviene con sistema proporzionale con correttivo maggioritario dei 70 seggi. Sessantadue sono attribuiti in ragione proporzionale sulla base di liste di candidati concorrenti nei collegi elettorali provinciali. Uno va al presidente di regione eletto; uno al capolista della lista regionale che ottiene una cifra di voti validi immediatamente inferiore a quella conseguita dalla lista regionale risultata più votata. I restanti, fino ad un massimo di 6, vanno ai candidati del "listino" regionale del Presidente eletto. Non sono ammesse all'assegnazione dei seggi le liste che abbiano raccolto meno del 5% dei consensi. Per quanto riguarda la pari opportunità di genere, in ogni lista regionale i candidati dopo il capolista devono essere inseriti secondo un criterio di alternanza tra uomini e donne. In ogni lista provinciale il numero di candidati dello stesso sesso non può eccedere i due terzi del numero dei candidati da eleggere nel collegio.