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Fitto, vertice di tre ore a Chigi. Il piano di Meloni per la vicepresidenza esecutiva in Ue

di redazione politica

Alla premier non basta il ruolo di commissario, ecco la mossa per convincere von der Leyen. Ma anche Francia e Spagna puntano alla stessa poltrona

Nomine Ue, il nome è Fitto. Ma bisogna convincere von der Leyen sulla vicepresidenza esecutiva

Giorgia Meloni ha incontrato Raffaele Fitto a Palazzo Chigi, non un semplice colloquio ma un vero e proprio vertice durato tre ore per studiare la migliore strategia per portare l'esponente di FdI, non solo a ottenere il ruolo di commissario europeo, ormai sulla sua nomina non ci sono più dubbi. Ma soprattutto per convincere von der Leyen ad affidargli la vicepresidenza esecutiva. Questo secondo punto è invece più complicato, perché alla stessa poltrona sono interessate anche Francia, Spagna e Polonia. Questa è una battaglia - riporta Il Corriere della Sera - che Palazzo Chigi non vuole perdere, perché quell’incarico consentirebbe a Meloni di gridare vittoria e tacitare tutti coloro che, dalle opposizioni e non solo, ritengono un errore non aver votato per von der Leyen.

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Dopo il passaggio formale nel Consiglio dei ministri di venerdì — quando annuncerà di aver scelto Fitto e spiegherà che il ministro dovrebbe avere le deleghe al bilancio, alla coesione e al Pnrr degli Stati membri — la premier - prosegue Il Corriere - insisterà ancora e proverà a convincere von der Leyen che non averle dato il voto per il bis non può e non deve penalizzare l’Italia. Con Fitto, la premier avrebbe soppesato le varie ipotesi su chi potrebbe sostituirlo al governo e valutato l’opportunità di tenersi ad interim le deleghe agli Affari Ue, al Pnrr, al Sud e alla Coesione, per rimandare il più possibile ritocchi alla squadra che rischiano di agitare la maggioranza.

La premier sente il bisogno di ricompattare la maggioranza, tanto che il 4 settembre parlerà all’esecutivo nazionale di FdI. Al vertice di venerdì ammonirà i leader di Lega e Forza Italia, invocherà unità, dirà "basta polemiche, diktat, scontri interni e proposte che non sono nel programma", come lo ius scholae o quota 41. Le priorità per lei sono la manovra, che la preoccupa, e le Regionali.