Flat Tax? Terrapiattismo sociale per il presidente dei “cristiani lavoratori”
Roberto Rossini, docente di sociologia e presidente delle ACLI, scrive sull’HuffPost un editoriale per accostare la flat tax al terrapiattismo
Flat Tax? Non piace al presidente dei “cristiani lavoratori”
“Terrapiattismo sociale”, così definisce la flat tax della Lega Roberto Rossini, presidente nazionale ACLI (Associazioni cristiane lavoratori italiani) e docente di sociologia. Paragonando il vantaggio che oggi già c’è ad utilizzare una Partita IVA rispetto al contratto di lavoro subordinato, ad una forma di raggiro erariale.
“Al di là delle scelte ‘da elusione fiscale’ – su cui sospendiamo il giudizio – ci pare che operazioni così rendano il lavoro sempre più solo e più molecolare. Altro che classe lavoratrice, vista da questo punto di vista non ci sarà alcun destino collettivo, se non qualche agglutinamento. Le molecole a partita Iva sfangheranno il lavoro più o meno innovativo che saranno in grado di fare, magari mettendosi in concorrenza tra loro. Al ribasso.”
Proseguendo: “Il pensiero successivo sarebbe da rivolgere alla previdenza e all’assistenza: cosa potranno essere, per i lavoratori, in uno scenario così? Chi potranno tutelare? Quale sanità, maternità, malattia? Quali pensioni?
Forse ci saranno assicurazioni private capaci di proteggere dal rischio. Ma in questo modo muore un’idea di welfare uguale e universale, che gelosamente conserviamo da qualche decennio.”
Il nodo appunto del ragionamento è quello dell’assistenza sociale, che fuorviando l’indirizzo di riforma della tassa piatta si induce a pensare venga minata alle fondamenta, andando a detrimento dei servizi pubblici erogati. Invero è l’esatto opposto, la Flat Tax si pone l’obiettivo di rilanciare la crescita economica e tornare a fare lievitare il PIL, con la possibilità non solo di garantire nei prossimi anni il sostentamento della finanza pubblica, ma addirittura aumentare, potenziare, e mettere in sicurezza i conti e la loro finalità di redistribuzione e protezione sociale.
La Flat Tax italiana non ha l’obiettivo di americanizzare il Paese, abbiamo già visto i danni devastanti che hanno fatto alcune riforme scopiazzate dall’estero quando vengono applicate a freddo, come una cover del cellulare ad un tessuto sociale non idoneo. Vedasi Jobs Act ad esempio con la flexisecurity scandinava, rimasta lettera morta e teoria per le politiche attive sulla ricerca dell’impiego.
Al contrario, la tassa piatta semplifica enormemente il sistema di pagamento dei tributi ed abbassa per tutti la curva fiscale, infatti una volta ultimata e implementata a regime, non vi saranno più disparità abissali tra autonomi e dipendenti. Lasciando più risorse nelle tasche dei cittadini e sfidando i capitali e gli investimenti a tornare in Patria, con l’obiettivo finale – dopo un assestamento iniziale – di vedere aumentate le entrate per tutti, Stato e residenti.
Una soluzione, come dice Rossini in maniera ironica, win win. Tutti vincitori.
Fb @andrealorusso1991
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