Politica
Foti ministro, Forza Italia delusa voleva la poltrona di Fitto. E ora punta al Turismo se Santanchè cade
Meloni ha deciso da sola, i suoi vice solo informati
Il pressing di Tajani, Gianni Letta e dei Berlusconi non è servito
Complimenti pochi, amarezza tanta. È cupo il clima che si respira all'interno di Forza Italia all'indomani della nomina da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di Tommaso Foti ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, al posto di Raffaele Fitto neo vice-presidente esecutivo della Commissione europea. La premier non ha consultato i suoi vice, li ha soltanto informati di una decisione maturata domenica pomeriggio con un giro di chiamate con i suoi più stretti collaboratori (lo stesso Foti, il super-sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, la sorella Arianna e Giovanni Donzelli).
Matteo Salvini sapeva perfettamente che quella casella sarebbe rimasta in quota Fratelli d'Italia e certo la Lega, vista la sua presenza nei Patrioti che hanno votato no alla Commissione Ursula bis, non ambiva a quel dicastero per la Lega. Ben diverso il discorso per Forza Italia. Non a caso il responsabile Dipartimenti degli azzurri, Alessandro Cattaneo, proprio su Affaritaliani.it domenica aveva dichiarato che FI è al fianco di Meloni e non chiede nulla ma che come insegnava Silvio Berlusconi i leader della coalizione a volte sono chiamati a "gesti di generosità" proprio per tenere unito il Centrodestra.
Dietro quelle parole che sono arrivate sia a Palazzo Chigi sia ai vertici di FdI si celava l'ambizione di Antonio Tajani di conquistare la casella che era di Fitto con un suo uomo, magari proprio Cattaneo, per consolidare e certificare che dopo le elezioni europee e le ultime Regionali gli azzurri sono la seconda forza politica del Centrodestra davanti alla Lega (che però oltre ad avere lo stesso numero di ministri ha anche il presidente della Camera).
Tajani ha fatto di tutto per bloccare il nome della diplomatica Elisabetta Belloni, numero uno del DIS, che sarebbe piaciuta a Meloni, nella speranza di piazzare un azzurro. Forte anche del fatto che - è il pensiero che fanno i forzista - per tenere i rapporti migliori con Bruxelles serviva un esponente del Partito Popolare Europeo, principale forza che sostiene Ursula, e quindi una figura di FI. Niente da fare.
La premier, irritata per gli sgambetti in Parlamento e per le polemiche sui media (vedi canone Rai e caso "Salvini paraculetto" scoppiato su Affaritaliani.it) ha voluto decidere in piena autonomia mettendo un suo fedelissimo come Foti. Persona pacata, mai dai toni troppo accesi, ma fedelissimo della linea meloniana e di Fratelli d'Italia (provenienza fiamma tricolore a differenza di Fitto di estrazione democristiana). La delusione, naturalmente, è anche della famiglia Berlusconi. È noto che i figli del Cavaliere Marina e Piersilvio vorrebbe un governo in piena sintonia con Bruxelles evitando qualunque frizione.
Ma questa volta anche il lavoro sottotraccia di Gianni Letta e il pressing di Tajani spinto dai figli del Cav non è servito. Meloni ha scelto di testa sua lasciando molta amarezza in Forza Italia. Scorie politiche e delusione che potrebbero avere ripercussioni in Parlamento, o sulle correzioni alla manovra economica o all'inizio del prossimo anno su autonomia e premierato. E c'è già chi scommette che se Daniela Santanchè, ministro del Turismo, dovesse saltare per le note questioni giudiziarie, Forza Italia tornerebbe alla carica pretendendo quella "generosità" da leader della coalizione di Meloni. Che vuol dire un'altra poltrona di ministro per gli azzurri.
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