Politica

Francia, Pillon: "A sinistra bravi. Ma l'ammucchiata italiana non funziona"

di Roberto Sudoso

Il leghista Pillon: "A sinistra molto bravi a fare politica e gestire i media, c'è da imparare. Ma in Italia non vinceranno neanche fra tre anni". L'intervista

Francia, Pillon: "Dalla sinistra c'è da imparare. Ma l'ammucchiata all'italiana non funziona"

L'esito del voto in Francia sorprende. Quello che succederà ora è ancora da decifrare. Ma è scontato immaginare ripercussioni in tutta Europa. A Bruxelles e in Italia. Il leghista Simone Pillon, intervistato da Affaritaliani.it, riconosce: "Io credo che la sinistra sia molto brava a far politica, dovremmo imparare". Certo, il sistema elettorale francese è "una follia che premia il tutti contro uno". E su certi valori "Le Pen non è così distante da Macron". Ora in Europa l'ex senatore paventa un "Ursula bis - la vendetta". E in Italia? "Qui l'ammucchiata tutti contro la destra alla fine scontenta tutti, hanno già raschiato il fondo del barile". L'intervista

Le conseguenze europee del voto in Francia

“Intanto questo sistema elettorale è una follia”, esordisce Pillon. E le motivazioni dietro queste affermazioni sono per l'esponente leghista evidenti. “Se si riesce a far diventare primo l’ultimo partito vuol dire che c’è qualcosa che non va”. Il politico si riferisce alle percentuali ufficiali che sono emerse dalle urne. Rassemblement National primo con oltre il 33% dei voti. Secondo il Nuovo Fronte Popolare con 5 punti di percentuale in meno rispetto alla coalizione di Le Pen. Quindi Ensemble di Macron. “Basta guardare la percentuale dei voti raccolti e poi il risultato di seggi e si capisce che è un sistema fatto apposta per capovolgere la volontà degli elettori”.

Il vero problema secondo Pillon arriva affacciandosi in Europa. “È chiaro che le elezioni francesi avranno delle conseguenze anche a livello europeo perché molti avevano aspettato questo momento prima di decidere il da farsi sulla Commissione Europea”. Ora che quindi la coalizione presidenziale non è risultata sconfitta, “è chiaro che Macron cercherà di far pesare tutto questo in Europa”. Il timore dell’ex senatore “è una  Ursula bis la vendetta con tutto quello che abbiamo potuto vedere che non andava bene in questi anni. E ce lo ritroveremo fotocopiato per i prossimi 5 anni”, ha aggiunto.

Pillon: “La sinistra anche quando perde riesce ad andare al potere gestendo i media”

"Io credo che la sinistra sia molto brava a far politica”, prosegue Pillon. “In generale i politici di sinistra sono molto bravi e noi dovremmo imparare dal più scemo di sinistra”. Il problema secondo il leghista è nelle scelte che i partiti di centrodestra attuano una volta al governo. “Tutte le volte che la destra va al potere, poi incomincia a sdrucciolare o a inseguire il centrosinistra su alcuni temi forti”. Cosa che invece la sinistra non fa.

“Quando invece la sinistra non riesce ad andare al potere in un modo o nell’altro ci arriva”. E come? “Gestendo i media. C’è una gestione dei media pazzesca. Questo sistema-fotocopia si può ripetere anche negli Stati Uniti e in tutta Europa”. In molti Paesi occidentali, secondo Pillon, la stampa è in mano alla sinistra. “Facciamoci delle domande. Forse siamo noi che non siamo abbastanza bravi e capaci a gestire il rapporto con i media”.

“Il cambio di mentalità” che potrebbe arrivare con le elezioni degli Stati Uniti

La situazione che si prospetta in Francia per Pillon non è delle migliori. “Probabilmente riusciranno a fare un governo ed è drammatico se ci si pensa. Perché c’è un sistema elettorale che è costruito non per far vincere chi vince ma per far perdere chi non si vuole che vinca”. Il vero problema quindi rimane il sistema elettorale che “condanna quel Paese alla relativa ingovernabilità”.

Bisogna aspettare le presidenziali che saranno la “vera cartina di tornasole”. Il problema però rimane sempre lo stesso. “Anche nelle presidenziali il sistema è costruito così. Quindi alla fine si arriva ad un tutti contro uno purché non vincano i “pericolosi fascisti””, spiega Pillon. L’ex senatore quindi ripone poche speranze nella Francia. Ma vede uno spiraglio di luce nei prossimi mesi fuori dall’Europa. “Io credo che il vero cambio di mentalità sarà a novembre con le elezioni degli Stati Uniti. Lì ci sarà una svolta storica, per tanti aspetti anche in Europa. A cominciare dalla guerra in Ucraina”.

Pillon: “Lega e FdI destre coraggiose con posizioni forti. Forza Italia molto meno”

Ma è indubbio che negli ultimi giorni ci sono state una serie di delusioni per le destre europee. A partire da quella inglese fino ad arrivare a quella francese. “Credo che per quanto riguarda la Gran Bretagna si tratti di una cosa completamente diversa. Loro hanno avuto 14 anni di governo di destra e quindi il cambio alla guardia non fa altro che bene alla nazione quando si parla di cambiamento e alternanza”, ha commentato Pillon. Negli ultimi anni inoltre lui stesso non è riuscito a vedere grandi differenze tra le due grandi fazioni inglesi. “I conservatori erano diventati la fotocopia dei laburisti. Molti temi a me cari, come aborto, divorzio, eutanasia e lgbt erano diventati sostanzialmente la stessa minestra tra destra e sinistra”.

La vera sfida per il politico è quindi sui valori. “Su questo abbiamo delle destre coraggiose che prendono posizioni forti”. In parte si può trovare qualcosa anche in Italia “con Lega e Fratelli d’Italia che riescono a tenere il punto su alcuni aspetti. Forza Italia molto meno”. In molti altri Paesi invece la differenza valoriale tra destra e sinistra è minima. “Le Pen non dice cose molto diverse da Macron su temi come aborto, divorzio ed eutanasia. Io credo che una destra seria e vera debba passare per una posizione valoriale forte”. In caso contrario cosa spingerebbe l’elettore a votare a destra? “Vota a sinistra, vota l’originale e fa prima”, ha aggiunto.

Campo largo? “Hanno raschiato il fondo del barile”

Riguardo la possibilità che questa vittoria in Francia possa stimolare la sinistra ad un “Nuovo Fronte Popolare” italiano, Pillon frena subito gli entusiasmi. “L’hanno già fatto. In molte città in queste ultime amministrative abbiamo già visto il Campo largo”. Che non è stato un esperimento sempre di successo. “Hanno raschiato il fondo del barile perché hanno messo insieme tutto e il contrario di tutto”. Inoltre, nota il leghista, è chiaro come l’alleanza non abbia sempre portato effetti positivi anche all’interno degli stessi partiti. “Mi chiedo quanto i Cinque Stelle abbiano ancora intenzione di sacrificare il loro elettorato perché è chiaro che ogni volta che si fa il Campo largo i pentastellati perdono 5/6 punti per strada. E ha ragione Grillo a dire che ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo”, commenta Pillon.

Il problema di fondo rimane proprio il pensiero alla base di una coalizione del genere “che altro non è che un ammucchiata tutti contro le destre, che alla fine scontenta tutti”. E l’ex senatore rimane anche ottimista riguardo il futuro. “Anche se si coalizzassero non ce la faranno neanche tra tre anni”. Il motivo è dietro il successo del governo a guida Meloni. “Il governo sta lavorando bene, la gente è contenta anche dal punto di vista economico. L’Italia si sta riprendendo delle belle soddisfazioni, sta andando molto meglio di Francia e Germania e credo che il centrodestra in Italia governerà ancora per molto tempo”, ha concluso.