Politica
Fratoianni al Pd: "Uniamoci contro la destra, ma dite addio all'agenda Draghi"
Il leader di Sinistra Italiana vicino all'accordo con Letta, ma con frecciate a Renzi e Calenda: "Nessun veto, però sui programmi..." - VIDEO
Nicola Fratoianni intervistato da affaritaliani.it: "La destra è pericolosa, non per motivi ideologici, ma per le proposte che ha sul futuro del Paese"
Sì alla coalizione con il Pd, ma gettando nel cestino la cosiddetta “agenda Draghi”. Sono di una chiarezza inusuale per la cronaca politica le parole con cui Nicola Fratoianni esplicita le proprie intenzioni, in vista delle elezioni del 25 settembre. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana è stato il protagonista della festa del suo partito a Brugherio, nel Monzese, con una lunga intervista pubblica con il vicedirettore di affaritaliani.it Lorenzo Zacchetti. Un confronto a 360°, nel quale ha toccato tutti i temi conseguenti alla caduta del Governo Draghi, senza troppi giri di parole.
Proprio su affaritaliani.it è stato pubblicato il primo sondaggio elettorale dopo lo scioglimento delle camere che vede il centrodestra intorno al 45% e quindi ampiamente favorito. Numeri alla mano, l'unico modo per riaprire l'esito della contesa sarebbe fare la somma di tutto ciò che è “altro” rispetto alla coalizione guidata da Giorgia Meloni. Un'operazione matematicamente logica, ma politicamente complessa. Nicola Fratoianni commenta la situazione citando una frase di Paolo Flores D'Arcais (“l'unica cosa peggiore del Governo Draghi è farlo cadere in questo momento e in questo modo”) e aggiungendo: “Quello che è accaduto ha determinato un certo sconcerto anche nell'area di chi non era un entusiasta sostenitore del governo, anche perché è la prima volta nella storia che si vota ad autunno, con una campagna elettorale brevissima e nel mese di agosto”.
La forza del centrodestra è data soprattutto dalla capacità di fare squadra nei momenti decisivi, al contrario delle frequenti spaccature nel centrosinistra. Fratoianni non a caso punta il dito sulle contraddizioni del campo avverso: “La destra di questo Paese si è dilaniata fino all'altro ieri e, in questa legislatura, si è trovata su posizioni divergenti in varie occasioni, dal Conte I al Conte II, fino al Governo Draghi, per poi litigare anche alle ultime amministrative. Un minuto dopo la caduta del Governo Draghi, erano seduti a parlare di liste e ministri. Considero pericolosa questa destra, non per motivi ideologici, ma per le ricette che propone per il Paese: flat tax, politiche xenofobe sull'immigrazione, insistere su fossile e nucleare, passi indietro su diritti civili e diritti sociali, visto che Giorgia Meloni definisce il Reddito di Cittadinanza come 'il metadone di Stato'”.
Da queste considerazioni, parte l'invito a lavorare sul famoso “campo largo” (ma forse non larghissimo...) superando le divergenze: “Tutti quelli che si sentono alternativi a questa destra dovrebbero quantomeno farsi un esame di coscienza e porsi il problema. Bisogna fare due conti e chiedersi: 'Ma gli vogliamo proprio dare in mano il Paese, magari con numeri che consentono loro di cambiare la Costituzione a suon di clic?' Proprio non ci preoccupa questa cosa? Lo dico io, che sono spesso stato dipinto come quello estremista e poco responsabile: ora ci vuole responsabilità, perché sono in gioco la condizione dei lavoratori, dei pensionati, di chi è sfuttato, dei giovani, dell'ambiente, della scuola... Facciamoci una domanda e diamoci una risposta: quantomeno è necessario provare a discutere la possibilità di una alleanza in grado di opporre un'alternativa a questa destra. Poi entriamo nel merito delle idee, perché la somma dei numeri non basta”.
In effetti, ragionando sui programmi, mettere insieme partiti con idee diverse non è propriamente un'operazione banale: “Se qualcuno pensa di fare la campagna elettorale nel nome dell'agenda Draghi, ha sbagliato”, rimarca Fratoianni. “Voglio essere chiaro e trasparente. L'agenda Draghi non esiste! Il suo governo è nato su ispirazione di Mattarella, con l'esplicita indicazione che non fosse espressione di alcuna formula politica. L'unica 'agenda' di un esecutivo di questo tipo è il frutto di una mediazione tra forze che hanno punti di vista opposti. L'agenda Draghi non può essere la bandiera della campagna e lo dico chiaramente al Pd e Enrico Letta, con cui stiamo discutendo di un'alleanza e non da oggi, ma da mesi, cosa che rivendico. Allo stesso modo, il rapporto con un governo che nemmeno esiste più non può essere la cartina di tornasole intorno a quale costruire una proposta per il futuro”.
“Bisogna definire una nostra agenda programmatica chiara, dalla transizione ecologica alle diseguaglianze, altrimenti si fa un 'fronte democratico' con dentro tutti quelli che non sono la destra più retriva, cosa che però mi sembra problematica”. Entrando nel merito dei temi, al primo posto ci sono quelli legati all'ambiente, anche perché Sinistra Italiana ha da poco sancito un'alleanza con Europa Verde di Angelo Bonelli. Il cartello “Nuove energie” è stimato intorno al 4% nei sondaggi, una valutazione della quale Fratoianni si dice soddisfatto quantomeno come punto di partenza.
Gli altri punti qualificanti della proposta politica sono la riduzione dell'orario di lavoro, il salario minimo, la patrimoniale, la gratuità dell'istruzione e anche alcuni temi recentemente proposti dal Movimento Cinque Stelle, col quale Fratoianni dice di volersi confrontare, ma senza “appaltare ad altri la rappresentanza della sinistra”. Se sul Superbonus al 110% manifesta qualche dubbio (“Bene rivitalizzare l'edilizia, ma ho idea che non sia stato utilizzato da chi più ne aveva bisogno”), il segretario di SI ribadisce che il Reddito di Cittadinanza va migliorato, ma mantenuto, lanciando una frecciata a Matteo Renzi: “Con la sua idea di abolirlo per referendum nell'anno precedente le elezioni (cosa vietata dalla legge) ha confermato che questa non è propriamente la sua materia sua, ma anche che ha qualche problema di lettura della realtà. In un programma con questa ambizione, Renzi ce lo vedo a fatica: non perché metto veti, ma perché discuto nel merito”. Un'altra stoccata tocca a Carlo Calenda, “un personaggione che mette veti e che ultimamente ce l'ha con me e Bonelli, ma ogni volta che ci insulta ci fa salire dello 0,1% nei sondaggi”.
In un quadro così composito come quello che si sta delineando (oltre a Pd, Articolo 1, Sinistra Italiana ed Europa Verde è sempre più probabile che ci sia anche Luigi Di Maio), Fratoianni è però consapevole della necessità di mediare: “Certo non pretendo di imporre la nostra agenda alla coalizione, ma intendo rappresentare le nostre istanze ed essere coerente anche dopo il voto”, spiega, ribadendo la contrarietà su alcune scelte – come il discusso rigassificatore di Piombino – che ritiene incompatibili con un'agenda ambientalista.
Il punto nodale riguarda però l'altra agenda, quella di Draghi, rispetto alla quale Fratoianni non vede l'ora di voltare pagina: “Non mi pento di essere stato all'opposizione del suo governo fin dalla sua nascita e anche nei momenti più difficili, unici insieme alla destra post-fascista della Meloni. Non era un governo in grado di risolvere i problemi degli italiani e non per via della figura del banchiere Mario Draghi, ma per considerazioni molto pragmatiche: un governo che ha dentro tutto e il contrario di tutto, non può prendere delle decisioni che risolvano i problemi di un Paese che è ammalato soprattutto di diseguaglianze sempre crescenti”.