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Politica
Governo Lega, Fedriga: Di Maio sbaglia, metta da parte l'ambizione personale
Foto LaPresse


Massimiliano Fedriga, candidato per il Centrodestra alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia (si vota il 29 aprile), è un fedelissimo di Matteo Salvini. Ex capogruppo alla Camera della Lega nella passata legislatura, ha partecipato a tutti gli incontri chiave prima e dopo le elezioni del 4 marzo. Ora, in un'intervista ad Affaritaliani.it, Fedriga fa il punto della situazione sulle difficile trattative con il Movimento 5 Stelle per la formazione del governo.

Onorevole, come andrà a finire?
"Se si ragiona sui progetti, il che significa sugli impegni presi in campagna elettorale - come l'abolizione della Legge Fornero, la sicurezza, la lotta all'immigrazione clandestina e l'abbassamento della pressione fiscale - una strada, seppur difficile, la si può individuare. Se invece diventa una questione 'io o il diluvio universale', 'io o il deserto', diventa difficile fare dei ragionamenti".

E infatti il dialogo con il M5S è in salita...
"Mi auguro che tutti abbiano, e parlo in particolar modo del Movimento 5 Stelle, il senso di responsabilità di dimostrare che fosse reale quanto hanno detto agli elettori fino al 3 marzo. E cioè che l'obiettivo è dare risposte ai cittadini. Se al contrario l'obiettivo è solo un'ambizione personale noi non ne facciamo parte. E Salvini lo ha dimostrato sia sull'elezione dei presidenti di Camera e Senato sia addirittura dicendo non può essere un vincolo il suo nome, malgrado sia il leader della coalizione che ha più parlamentari e che ha preso più voti. Salvini, e lo dico da cittadino e non da rappresentante politico, dovrebbe fare il premier in quanto esprime la maggioranza anche se relativa del Paese, però ha fatto un gesto di disponibilità enorme che non vedo dall'altra parte".

Se non è Salvini chi può essere il presidente del Consiglio? E voi accettereste mai Di Maio premier?
"Se la questione è sui nomi non se ne uscirà mai. Se Di Maio o non Di maio o altro. Per rispettare la volontà dei cittadini si deve iniziare a discutere dal Centrodestra, che è la prima coalizione. Dopodiché, siamo disposti a parlare di tutto, ma ci interessa il progetto. Trovare quei punti per cambiare il Paese e su questo non chiudiamo le parte in faccia a nessuno. Certo che è difficile trovare un punto di incontro con chi sul tema della sicurezza ha approvato diversi svuotacarceri".

Quindi nessun dialogo con il Pd e M5S unico interlocutore...
"Noi parliamo con tutti, dopodiché, ripeto, guardo la realtà dei fatti e mi sembra difficile che quelli del Pd possano essere delle persone credibili sul programma e in particolare sulla sicurezza (ma non solo)".

Non fa nomi ok, ma se non è Salvini deve essere comunque un leghista? Un tecnico alla Draghi o Cottarelli?
"L'idea del tecnico non mi piace. Ma è difficile parlare adesso di nomi senza prima parlare del progetto. Ovviamente il nome è quello vincolato al progetto. Per questo motivo continuo a ribadire che Salvini è l'unico che può vincolare il governo al progetto e soprattutto è credibile rispetto ai cittadini e al loro voto. Discutiamo su tutto, ma partiamo dal progetto. Quando vedo prese di posizione così tranchant, che sono personalistiche e non hanno una visione generale del Paese, devo dire che la discussione diventa molto difficile".

In campagna elettorale avete sempre detto che senza una maggioranza chiara si torna al voto. Avete cambiato idea?
"Ovviamente è una strada che stiamo valutando, quella delle urne. E' chiaro però che un tentativo per cercare di dare risposte al voto dei cittadini lo vogliamo fare, senza alcun tipo di posizione personalistica. Se questo non fosse possibile, ovviamente, bisogna tornare a chiedere ai cittadini di esprimere una maggioranza. Però non possiamo deresponsabilizzarci e dire che non ci proviamo. Faremo il possibile per mettere a disposizione la fiducia che abbiamo preso dai cittadini per attuare le promesse che per noi sono vincolanti. So che è difficile da capire per il Movimento 5 Stelle, ma per la Lega l'obiettivo è rispettare quelle promesse. La politica era abituata che ci si dimenticava degli impegni presi a urne chiuse, per noi invece gli impegni si dicono il giorno prima e il giorno dopo sono vincolanti".

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